Metà dei bambini del mondo sono colpiti da violenza fisica, sessuale o psicologia. 1 miliardo di minori all’anno subisce lesioni e morte per assenza di protezione da parte dei loro Paesi. Nel 2017, circa 40 mila bambini sono stati vittime di omicidio. L’iscrizione e la frequenza a scuola hanno costituito un metodo efficace per raggiungere i bambini in stato di necessità nel 54 per cento dei casi.

Anche se l’88 per cento dei Paesi ha legiferato sulla protezione dei bambini contro la violenza, solo il 47 per cento le ha fortemente rafforzate. L’83 per cento dei Paesi dispone di dati nazionali sulla violenza contro i bambini. Solo il 21 per cento li ha utilizzati per predisporre linee di base e obiettivi nazionali per prevenire e rispondere alla violenza contro i bambini. Solo un quinto ha piani pienamente finanziati o obiettivi misurabili.

Questi i numeri del rapporto pubblicato da Oms, Unicef, Uncesco, Rappresentante Speciale del Segretario delle Nazioni Unite sulla Violenza contro i bambini in partnership con End Violence. I dati per il rapporto sono stati compilati attraverso un’indagine somministrata tra il 2018 e il 2019 con le risposte di oltre 1000 decision makers di 155 Paesi.

Con la chiusura delle scuole durante la pandemia sono cresciuti violenza, bullismo, cyberbullismo, sfruttamento sessuale. Il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla violenza contro i bambini, Najat Maalla M’jid, ha sottolineato che «per rispondere a questa crisi è fondamentale un quadro d’azione unificato, multisettoriale e per i diritti dell’infanzia, che richiede una forte mobilitazione dei governi, dei donatori bilaterali/multilaterali, della società civile, del settore privato e dei bambini, i cui punti di vista devono essere ascoltati e realmente presi in considerazione per garantire la dovuta protezione e la possibilità per tutti di prosperare e raggiungere il loro pieno potenziale».