L’intervista al consigliere regionale della Campania Vincenzo Viglione
L’ex azienda agricola La Balzana a Santa Maria la Fossa, in provincia di Caserta, è il bene confiscato più grande della Campania. Nei giorni scorsi il ministro del Sud Barbara Lezzi ha annunciato lo stanziamento immediato di 15 milioni di euro a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020. Abbiamo chiesto al consigliere regionale della Campania, Vincenzo Viglione, cosa può significare per quel territorio il recupero del bene.
Cosa può significare per quell’area del casertano mettere a sistema un bene confiscato come La Balzana?
«Il recupero di un bene confiscato come la Balzana è un segnale importantissimo, non solo perché parliamo del bene confiscato più grande della Campania, ma perché parliamo di un’ex azienda agricola che ha fatto la storia di un territorio che aveva proprio nelle eccellenze agricole il suo principale punto di forza, letteralmente sgretolato dalla mano nefasta dei clan Schiavone e Bidognetti che ne inquinò la gestione negli anni ’90. Ci rendiamo conto quindi che recuperare il bene e recuperarne la vocazione originaria rappresenta una grande iniezione di fiducia per la nostra provincia e per tutta la Campania».
Quando e a chi è previsto l’affidamento del bene confiscato di Santa Maria la Fossa?
«Al momento il bene è nelle disponibilità del consorzio Agrorinasce col quale più volte abbiamo ragionato sulle strategie di recupero dell’area che per le difficoltà insite non potranno non vedere coinvolte realtà sia industriali che associative al fine di perseguire obiettivi fondamentali come filiera corta, agricoltura biologica e sostenibilità ambientale nell’intera gestione».
La provincia di Caserta è tra i territori con il maggior numero di beni confiscati. Sono previste altre misure simili in quell’area?
«Il panorama dei beni confiscati e della loro gestione è in continua evoluzione. Basti vedere la riforma dell’Agenzia Nazionale che si sta riorganizzando con un notevole incremento del personale cui affidare tutto l’iter di acquisizione e trasferimento di un numero di beni cresciuto a dismisura in questi anni. A questo si aggiungono misure economiche che pure essendo disponibili negli anni passati sono state poco sfruttate. E da questo punto di vista la maggiore consapevole delle opportunità a disposizione può fare veramente tanto. Quello su cui c’è ancora maggiore lavoro da fare però, e il messaggio ce lo manda proprio la Balzana in quanto ex azienda, riguarda il recupero delle aziende confiscate. Parliamo di un segmento estremamente triste che racconta dell’80% delle aziende che falliscono a seguito del sequestro mandando in fumo tantissimi posti di lavoro. Allora se il recupero della Balzana rappresenta un chiaro segnale di inversione di tendenza in questo senso, occorre lavorare forte sul recupero delle aziende confiscate per non fare in modo di innescare il paradosso di dover rimpiangere il periodo in cui “almeno coi camorristi si lavorava”».
Ciro Oliviero