Alla fine degli anni Settanta inflisse duri colpi a Cosa Nostra
Il 21 luglio del 1979 il capo della Squadra Mobile di Palermo Boris Giuliano veniva assassinato dalla mafia. A freddarlo alle spalle con sette colpi di pistola il mafioso Leoluca Bagarella. Alla fine degli anni Settanta del secolo scorso condusse indagine importanti che portarono ad assetare duri colpi a Cosa Nostra. L’ultima indagine, pochi nei mesi prima della sua morte, lo portò a seguire la pista americana dopo il ritrovamento di due valigette contenenti 500mila dollari. La mafia aveva venduto a New York una partita di eroina.
Oggi ricorrono 40 anni dalla morte di Boris Giuliano. Molti i messaggi di commemorazione. Su tutti quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha detto che «la Repubblica si inchina nel ricordo di Boris Giuliano, servitore dello Stato fino al punto di pagare con la vita il coerente impegno per la legalità e la giustizia. Giuliano è stato assassinato perché aveva inferto duri colpi a Cosa nostra, svelando le catene di comando e portando alla luce legami internazionali, che sostenevano il traffico della droga».
Alla cerimonia di commemorazione che si è tenuta stamattina a Palermo il vice sindaco del capoluogo siciliano Fabio Giambrone si è detto «grato alla Questura e ai familiari per aver organizzato una commemorazione che è anche importante momento per ribadire l’impegno delle Forze dell’ordine e di tutte le Istituzioni contro ogni mafia».