«Si stima che la perdita economica imputabile al cybercrime possa raggiungere nel 2020 i 3 mila miliardi di dollari e che gli attacchi informatici possano interessare il 74% del volume degli affari mondiali», ha dichiarato il presidente dell’Autorità garante per la privacy Antonello Soro. Dati allarmanti che Soro ha snocciolato nel corso del suo interventi al convegno “I confini del digitale” promosso in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali.

«La porta d’ingresso di questi attacchi – ha spiegato Soro – sono proprio banche dati non sufficientemente protette, come dimostrano anche le violazioni registratesi, nei mesi scorsi, nel nostro Paese». Circa 3 mila i soggetti che hanno subito un’interruzione dei servizi informatici degli uffici giudiziari nel solo mese di novembre. Numeri importanti che fanno il paio anche con quello verificatosi di recente in Germania, dove dati legati alla sicurezza nazionale sono stati acquisiti illecitamente da un hacker.

«Quando ho letto questi dati la prima cosa che mi è venuta in mente è legata alla stringente attualità del nostro Paese», commenta il direttore di nelPaese.it, Giuseppe Manzo, il quale aggiunge che «è curioso che nei giorni in cui si sottolinea che la nostra sicurezza è messa in pericolo dai migranti, vengono fuori questi dati sul cybercrime». Quello relativo ai crimini perpetrati in rete invece è «un problema – dice Manzo – che è completamente preso sotto gamba, ma che mette in pericolo dati sensibili patrimoni, dispositivi. Questi dati fanno capire che è in pericolo la sicurezza delle persone, delle aziende, dei Paesi. Numeri che fanno capire che la reazione mediatico politica sui migranti non esiste e contrasta molto con l’attualità del nostro Paese».



SULLO STESSO ARGOMENTO POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE:

In aumento lo stupro virtuale

Crescono minori vittime di reati online