Il racconto della cultura gitana oltre gli stereotipi
I recenti avvenimenti di cronaca italiana, in particolare gli scontri di Torre Maura e di Casal Bruciato, hanno portato alla ribalta delle cronache una vera e propria emergenza razziale. L’odio dilaga e le minoranze sono i più facili bersagli della predominazione di massa. L’esperienza fatta a Saintes Maries de la Mer vuole far emergere un aspetto insolito della cultura gitana, che va oltre gli stereotipi e che cerca di mostrare il tutto in una chiave diversa.
Ogni anno alla fine di maggio, il 24 ed il 25 si celebra Santa Sara, la patrona dei gitani e le sante Jacobe e Salome, a Saintes Maries de la Mer, piccolo centro a sud di Arles, regione Camargue, in Francia. In queste date la cittadina francese si riempie di persone che vengono da tutto il mondo, la maggior parte di origine Rom, Zingari e Manouches, una minor percentuale sono invece i curiosi, che assistono alla celebrazione con il dovuto rispetto cercando di non essere invadenti con cellulari e macchine fotografiche.
Per raggiungere la destinazione si prende l’autobus A50 dalla stazione centrale di Arles. Lungo il percorso si visitano la regione paludosa della Camargue, la foce del Rodano, in cui il microclima, la flora e la fauna, si sbizzarriscono nel creare un paesaggio singolare ed affascinante. Dopo circa quaranta minuti l’arrivo a Saintes Maries de la Mer. La cittadina, si presenta già affollata di persone. In molte stradine, prima della processione al mare della Santa Sara, ci sono festeggiamenti con balli e vere e proprie bande musicali.
Le bambine ballano e non si fermano. Molte dimostrano un’età maggiore rispetto a quella reale. Si respira un’aria di festa e di allegria. Nella piazza principale intanto arrivano i Gardians, uomini a cavallo che faranno da apripista alla processione fino al mare. La piazza è stracolma, c’è gente arrampicata dappertutto per aspettare che la Santa esca dalla chiesa. In questa trepida attesa viene pronunciata ripetutamente la frase «Viva les saintes Maries, Viva Santa Sara!» dai preti vestiti in costume tipico e dalla maggior parte dei presenti.
Finalmente esce la Santa ed inizia il pellegrinaggio verso il mare, molte sono le persone che durante il tragitto urlano centinaia di volte «Lunga vita a Santa Sara!». Dopo qualche centinaio di metri si arriva al mare dove ad attendere la processione c’è una folla indescrivibile. I cavalieri e la Santa arrivano in mare così come loro centinaia di persone sono in acqua.
Come mai il pellegrinaggio verso il mare? Si narra che Marie-Jacobé e Marie-Salomé furono arrestate e imbarcate su una nave, poi, vicino alla costa, in Palestina, abbandonate su una vasca senza vela o remi. Guidate dalla Provvidenza, si avvicinarono alla costa provenzale. E mentre i discepoli uscivano per evangelizzare molto lontano le sante Maries Jacobé e Salome, donne maggiorenni come madri degli Apostoli, dimoravano su questa spiaggia che porta ormai il loro nome. Avrebbero evangelizzato i locali e i romani che occuparono l’area.
Emiliana Mellone e
Mario Schiano