Il rapporto Ecomafie di Legambiente

Il rapporto Ecomafie di Legambiente

La Campania registra il triste primato dei reati ecomafiosi con 3862 illeciti

Tre i principali settori dei crimini ecomafiosi. Ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, filiera agroalimentare e racket degli animali. Quattro le regioni dove si concentrano quasi la metà dei reati. Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. A dirlo il rapporto “Ecomafia 2019. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia” presentato oggi nella sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma. Nonostante nel 2018 siano stati accertati meno illeciti il giro d’affari è aumentato a 16,6 miliardi.

LE REGIONI
La Campania registra il triste primato dei reati ecomafiosi con 3862 illeciti (14,4% del nazionale), ma anche nel ciclo del cemento con 1169 infrazioni. 3240 sono i reati registrati in Calabria, dove c’è il maggior numero di arresti (35) ed altri 789 per il ciclo del cimento. Seguono la Puglia con 2854 e la Sicilia con 2641. Poco più di 2mila reati sono stati registrati nel Lazio e 1836 in Toscana.

LE PROVINCE
La prima è Napoli con 1360 reati ambientali e 317 infrazioni nel settore cel cemento, seguita da Roma con 1037, Bari con 711, Palermo con 671 e Avellino con 667. Quest’ultima guida la classifica delle infrazioni nel comparto del cemento con 408 reati accertati.

«Vogliamo dare il nostro contributo – ha dichiarato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani -, fondato come sempre sui numeri e una rigorosa analisi della realtà, per riequilibrare il dibattito politico nazionale troppo orientato sulla presunta emergenza migranti e far sì che in cima all’agenda politica del nostro Paese torni ad esserci anche il tema della lotta all’ecomafie e alle illegalità».

Alla presentazione del rapporto di Legambiente era presente anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. «L’esperienza insegna – ha detto De Raho – che dove c’è emergenza le ecomafie si infiltrano. Le emergenze bisogna prevenirle, impedirle e fare in modo che si riesca a sviluppare un servizio che conformemente alle regole venga assegnato a soggetti pienamente capaci e dotati della specializzazione necessaria».

Redazione
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