Sono stati registrati a Reggio Emilia i primi casi di stalking condominiale. Due casi singolari che, anche se diversi nella loro natura, hanno trovato spazio nella cronaca proprio per le condanne che sono state inflitte loro dal tribunale. I due stalker dovranno stare lontano dalla vittime per evitare che il reato possa essere reiterato. Le forze dell’ordine procederanno d’ufficio aprendo il procedimento penale ai sensi dell’articolo 8 del decreto legge numero 11 del 2009.

I CASI
Un uomo di 66 anni è stato ammonito dal questore di Reggio Emilia per atti persecutori nei confronti del suo vicino. Tentativi di incendio, furto, danneggiamento. Fino al lancio di chiodi verso l’auto del vicino nel tentativo di bucare gli pneumatici. Nell’altro caso il provvedimento è stato preso nei confronti di una donna di 47 anni responsabile di atti persecutori nei confronti di un coetaneo. La vittima, dopo essere state tempestata di messaggi e mail per un lungo periodo, ha cambiato abitudini di vita.

L’avvocato Luigi Alfano, esperto della materia ha detto che «quando ci sono dispetti in maniera reiterata come il lancio di acqua, lasciare le biciclette dinanzi al portone, l’ostruzione del passaggio, atti intimidazione, minacce, sono tutti segnali. Tutti dispetti che, se perduranti nel tempo e con il rapporto di vicinato, possono degenerare. Spesso si tratta di soggetti affetti da patologie, ipomaniacalità che soprattutto nel periodo estivo esplode. Questo porta ad un atto persecutorio, quindi stalking. Questi soggetti che vanno curati».

Sui fatti di Reggio Emilia l’avvocato Luigi Alfano ha detto che sono fatti che
«ripercorrono quanto dissi 15 anni fa in un caso simile. Casi che potrebbero essere decisi da giudici di quartiere, una figura che potrebbe deflazionare questa fattispecie di reati che non fanno altro che ingolfare tribunali e mettono a rischio di archiviazione i fatti». Su quali figure potrebbero coprire questo incarico Alfano pensa ad avvocati con esperienza ventennale sul campo.

Ciro Oliviero