A metà aprile la Camera ha approvato il testo di legge sul Codice Rosso. Tra le norme l’inasprimento delle pene sui reati di stalking (da sei mesi a 5 anni) e di violenza sessuale (da 6 a 12 anni), oltre che introduzione del revenge porn. Da lunedì 22 il disegno di legge approda al Senato per la discussione, dopo aver ricevuto lo scorso 9 luglio il via libera della commissione Giustizia di Palazzo Madama.

Il testo prevede che chi ha ricevuto un ordine di allontanamento e un divieto di avvicinamento alla denunciante dovrà indossare il braccialetto elettronico. In questo modo le forze dell’ordine potranno monitorarlo. Qualora l’uomo dovesse violare la misura cautelare rischierebbe fino a due anni di reclusione.

Un emendamento di Mara Carfagna ha permesso di introdurre una norma che punisce che induce un altro a sposarsi attraverso violenza o minacce, ma anche approfittando di un’inferiorità psico-fisica. La pena previste è fissata ad un minimo di un anno ad un massimo di 5 anni. In caso di minore si rischiano dai 2 ai 6 anni di reclusione.

In attesa della discussione di lunedì la senatrice 5 Stelle, Bruna Piarulli, ha sottolineato che la «legge Codice Rosso si pone come tassello fondamentale nella lotta preventiva al fenomeno della violenza di genere. Quando una donna decide, con grande fatica e con enorme coraggio, di sporgere denuncia per una violenza domestica subita, esattamente come avviene in un pronto soccorso per un’emergenza grave, lo Stato deve attivarsi immediatamente».

«È importante – ha detto la senatrice Piarulli – che la giustizia venga percepita dai cittadini come un settore in cui lo Stato investe e che viene incontro ancor prima che il reato venga commesso. Così come è fondamentale che nella società e nelle nostre scuole si diffonda una vera cultura del rispetto».



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