Solo l’1 per cento di quelli promessi da Salvini
A fine gennaio del 2018 l’allora segretario della Lega Matteo Salvini dichiarava che «ci sono mezzo milione di irregolari in Italia. Con le dovute maniere vanno allontanati tutti. Altrimenti si alimenta la confusione». In altre dichiarazioni successive il leader leghista ha detto che le persone da allontanare sarebbero state 600 mila. Una delle principali promesse della campagna elettorale che ha portato la Lega al governo con il M5S nel marzo dello scorso anno.
Ma i numeri reali ad oggi sono ben lontani da quelli promessi dall’attuale ministro dell’Interno, che, anche dopo la formazione del governo gialloverde, ha ribadito quella volontà. I rimpatri sono appena l’1 per cento di quella cifra. Lo dicono i dati diffusi proprio dal Viminale. Nei primi sei mesi del 2019 i rimpatri sono stati 3.299. Se i numeri dovessero ripetersi nei prossimi sei mesi a fine anno si arriverebbe a 6.598. Nel primo anno di governo Conte sono stati 7.286. Tra i governi Renzi e Gentiloni erano stati 7.383 nel 2017 e 7.981 nel 2018.
Ai microfoni di Rtl 102.5 a settembre dello scorso Salvini aveva detto che
«entro l’autunno faremo accordi di espulsione e di rimpatrio volontario assistito con tutti i Paesi di provenienza di ragazze e ragazzi immigrati irregolari: Senegal, Pakistan, Bangladesh, Eritrea, Mali, Gambia, Costa d’Avorio, Sudan, Niger». Ad oggi nessuno di questi accordi è stato sottoscritto.
In Europa l’Italia è al sesto posto per numero di rimpatri. Prima ci sono Francia (105.560), Spagna (59.255), Grecia (58.325), Germania (52.930) e Polonia (29.375).