La denuncia della Flai Cgil
Le stime di Oxfam dicono che in Italia ci sono oltre 400mila lavoratori a rischio sfruttamento. A confermare questi dati anche l’Osservatorio sulla Criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. Un periodo, questo, nel quale l’attenzione sullo sfruttamento in agricoltura è sotto la lente di ingrandimento. In alcune aree del Paese in particolar modo. Come in Puglia, dove è iniziata la stagione della raccolta dei pomodori.
Secondo la Flai Cgil saranno impiegati circa 178mila lavoratori stagionali di cui 45mila di origine straniera. Lo scorso anno ci furono 7.160 ispezioni contro il caporalato in agricoltura nel corso delle quali vennero scoperti 5100 lavoratori irregolari. Un tasso di circa il 54,79 per cento. Nell’anno precedente il tasso di sfruttamento era stato pari al 50 per cento.
Il segretario regionale Flai Cgil Puglia, Antonio Gagliardi, dice che «si tratta di dati che riscontriamo anche in Puglia dove, per esempio, soprattutto nell’area nord occidentale della provincia di Taranto e nel foggiano si registrano picchi fino all’88 per cento di contratti che prevedono un salario inferiore a quanto previsto dai contratti nazionali per il lavoro agricolo».
La Flai Cgil denuncia che sono proprio i lavoratori stranieri, assieme alle donne, quelli maggiormente sfruttati. Per loro mediamente viene dichiarato un terzo delle giornate di lavoro effettive. Queste due categorie sono anche quelle maggiormente a rischio di violenze in quanto maggiormente ricattabili data la necessità di lavorare.
Esiste anche un problema legato all’accessibilità alle informazioni sulla contrattazione per i lavoratori stagionali. Per affrontare questa questione + stato istituito lo sportello informativo multilingue “CaporAlt” a Foggia e a San Severo. Lo sportello rientra nel protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura.
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