La proposta di Auser Abitare Solidale
A Firenze ci sono circa 7mila alloggi sfitti o affittati a nero. Lo dicono le stime di Auser Abitare Solidale che ha lanciato la proposta di utilizzarli per il co-housing delle persone fragili. L’associazione fiorentina che promuove modelli innovativi di abitare condiviso propone di far fronte così all’emergenza abitativa, spesso causata dalle conseguenze della crisi economica, che si traduce in un costante aumento degli sfratti. L’associazione denuncia anche la diminuzione delle case a disposizione per le locazioni a fronte del fenomeno dell’affitto breve turistico.
«Date a noi le vostre case in gestione. Noi – scrive Auser Abitare Solidale – gli daremo nuovo valore sociale attraverso due possibilità: o mediante la sottoscrizione di un comodato d’uso che garantirà la copertura di tutte le utenze, le spese di condominio, eventuali tasse sulla casa, piccole manutenzioni a carico dei nuovi ospiti; oppure tramite un contratto di locazione con un affitto sociale, certamente più basso di quello di mercato, ma sicuro e con una forte riduzione della tassazione sulla locazione». Queste le prerogative del progetto LabHOuse – Laboratorio Casa dell’associazione.
Secondo Auser Abitare Solidale a Firenze c’è bisogno di almeno dieci case entro gennaio per rispondere alle richieste degli utenti in difficoltà che ad essa si sono rivolti. Gli appartamenti censiti come sfitti potrebbero dunque dare una buona risposta alle richieste. Inoltre, sottolinea l’associazione, si tratta di un progetto sociale più ambizioso che prevede la costruzione di relazioni arricchenti tra coabitanti e l’attivazione di percorsi di autonomia specifici per migliorare progressivamente le condizioni economiche iniziali dei nuovi inquilini.
«Dal 2008 ad oggi si è assistito a un progressivo allargamento della fascia di popolazione a rischio povertà, soprattutto abitativa, che, partendo dalla fascia grigia prima, e dalla povertà relativa o intermittente in tempi più recenti, coinvolge nel contesto attuale anche persone dotate di reddito certo», ha evidenziato il coordinatore di Auser Abitare Solidale, Gabriele Danesi. Lo stesso ha poi aggiunto che proprio «per questo crediamo che il modello di abitare condiviso da noi sperimentato possa, con le debite accortezze e garanzie, offrire risposte a queste nuove forme di povertà».