Direttiva europea su whistleblowing

Direttiva europea su whistleblowing

In Italia novità per i dipendenti del settore privato

Il Consiglio dell’Unione Europea ha formalmente adottato la prima direttiva europea per la protezione dei whistleblower. Ora gli Stati membri hanno due anni di tempo per recepire le nuove norme relative ad attività illecite o fraudolente all’interno del governo, di un’organizzazione o di un’azienda. Con questo passaggio l’Europa può puntare ad assumere la leadership globale in tema di protezione dei whistleblower.

Transparency International ha pubblicato delle linee guida per aiutare i Paesi ad attuare quanto previsto dalla direttiva. Un lavoro che servirà a tutelare chi segnala fatti di corruzione. Transparency sottolinea che innanzitutto gli Stati dovrebbero coprire qualsiasi potenziale situazione di whistleblowing e garantire che tutti i whistleblower siano protetti. Anche i denuncianti anonimi dovranno ricevere protezione.

Per l’Italia le novità sostanziali riguarderanno i dipendenti del settore privato, per i quali è prevista la stessa tutela dei dipendenti del pubblico. «La direttiva europea sul whistleblowing – afferma il presidente di Transparency International Italia Virginio Carnevali – rappresenta al tempo stesso un’occasione e uno stimolo per migliorare la legge italiana approvata nel 2017 grazie anche alla nostra campagna Voci di Giustizia».

Il responsabile di Transparency International Italia per il whistleblowing, Giorgio Fraschini, sottolinea che «da anni diamo supporto a queste persone per cercare di sostenerle e indirizzarle nella maniera più adeguata al loro caso e siamo felici che la direttiva suggerisca anche ai governi l’introduzione di una forma di tutela per coloro che assistono i whistleblower. Speriamo che l’Italia decida di muoversi in questa direzione».

Redazione
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