211 miliardi di euro di economia non osservata. Pari al 12,1 per cento del Pil nazionale, il cui impatto si riduce sensibilmente (- 0,1). Questa la fotografia dell’Istat relativa al 2017. L’anno precedente erano stati 207,7 miliardi. Un aumento dell’1,5 per cento. In aumento anche i lavoratori a nero che arrivano a 3 milioni 700 mila. 25 mila in più rispetto al 2016. L’economia sommersa arriva a 192 miliardi, ai quali se ne aggiungono 19 di attività illegali.

Il fattore maggiormente incisivo in termini percentuali è la correzione della sotto-dichiarazione del valore aggiunto. Il lavoro irregolare nel 2017 è il secondo fattore pari al 37,3 per cento. Incidono per il 7,6 per cento le altre componenti dell’economia sommersa come mance e fitti in nero. Per quanto concerne il lavoro nero il settore maggiormente interessato è quello dei servizi con il 16,8 per cento. Nel caso dei servizi alla persone arriva al 47. Altro settore martoriato dal lavoro irregolare è l’agricoltura con il 18,4 per cento. Seguono le costruzioni (17), commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (15,8).

«L’economia sommersa è un cancro di questo Paese che va debellato con azioni concrete. Tra l’altro, a differenza di quanti molti sottolineano, non è il solo Mezzogiorno a subire questo attacco dell’economia non controllata. Ci sono vaste aree del Paese interessate dal fenomeno», ha detto il presidente di Federconsumatori Campania Rosario Stornaiuolo. «Dobbiamo far arrivare il messaggio, soprattutto ai più giovani, che il sommerso e il falso fanno male al sistema Paese e dunque si ripercuotono anche sulla quotidianità dei cittadini», ha aggiunto Stornaiuolo.