Alla conta finale 17 vittime ed 88 feriti
Nel pomeriggio del 12 dicembre del 1969 una bomba esplose nella sede della Banca nazionale dell’agricoltura di piazza Fontana. 7 chili di gelignite fecero volare in aria pezzi di vetro, di mobili, di persone. Un boato avvolse la città di Milano. 14 morti sul colpo. 17 vittime ed 88 feriti alla conta finale. Fu il primo attentato che aprì la strada agli anni della strategia della tensione e del terrorismo neofascista in Italia culminati negli negli anni ’80.
Quella di piazza Fontana non fu l’unica bomba di quel venerdì di cinque’anni fa. Nella Banca Commerciale Italiana di piazza della Scala a Milano venne rinvenuto un ordigno inesploso. E nel pomeriggio altre tre bombe deflagrano a Roma. La prima nel seminterrato della Banca del Lavoro in via Veneto. La seconda sull’Altare della Patria. L’ultima sui gradini del Museo del Risorgimento. Il bilancio degli attentati nella capitale fu rispettivamente di 14 e 4 feriti, oltre al crollo del tetto dell’Ara Pacis, nell’ultimo caso.
Nel 2005 dopo 36 anni e 10 processi le indagini su piazza Fontana si concludono senza colpevoli condannati dalla legge. La Cassazione aveva ritenuto responsabili dei fatti Franco Freda e Giovanni Ventura appartenuti ad Ordine Nuovo. I due non possono essere condannati in quanto già assolti per lo stesso reato nel 1987.
Oggi in piazza Fontana, nei locali che furono della Banca nazionale dell’agricoltura, c’è Spazio Campania, lo spazio espositivo della Regione Campania. Alle 11.30 si terrà un’iniziativa di commemorazione alla presenza di istituzioni campane e lombarde.