Fare memoria è importante, nonostante tutto
Oggi, 21 marzo 2020, si celebrano venticinque anni di marce. Venticinque anni in cui viviamo insieme la Giornata della Memoria e dell’Impegno nel ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Da tre anni legge dello stato. Il primo giorno di primavera, simbolo della rinascita, ricordiamo tutti coloro che non ci sono più per mano mafiosa. Lo facciamo insieme ai loro cari in tutte le città d’Italia e in particolare in una piazza principale. Quest’anno Palermo.
Sono stati mesi lunghi di organizzazione insieme alle tante scuole con le quali ogni anno costruiamo percorsi di memoria e di impegno nella nostra regione attraverso i coordinamenti provinciali ed i tanti presidi territoriali. La sfida di riempire le strade di Palermo, la sfida di far salpare una nave da Napoli è stato il fulcro del nostro agire.
Per l’emergenza sanitaria che stiamo tutti attraversando l’evento è spostato al 23 e 24 ottobre. Ma come ci ricorda il presidente di Libera don Luigi Ciotti in una lettera inviata a tutti gli attivisti la scorsa «essendo il 21 marzo data segnata nelle coscienze prima che nei calendari, anche quest’anno sarà per tutti noi occasione di riflessione e approfondimento». In questo momento doloroso per il nostro Paese questo tempo complesso è anche però un tempo lento, tutti siamo costretti a stare con noi stessi, possiamo riflettere, guardare al nostro interno, all’interno delle nostre organizzazioni.
Proprio ora che non abbiamo percezione del futuro l’esercizio della memoria potrebbe far storcere il naso a qualcuno. Invece in questo momento in cui si sta anche riscoprendo un senso di appartenenza civico basato sulla comunità, sulla solidarietà, a dispetto di chi in questi anni ci vuole divisi attraverso pericolose derive sovraniste, c’è lo spazio giusto per riscoprire le storie delle oltre mille vittime innocenti di camorra di questo paese.
Non sarà lo stesso, sicuramente. Se chiudo gli occhi vedo i volti di tanti attivisti di varie regioni con un fiore in mano e quel nome stampato su carta e sul cuore. Se chiudo gli occhi quel futuro incerto prende forma. Ha il profumo delle terre confiscate, del sudore del compagno di strada. Ha la forza di chi preferisce costruire e cucire, di chi si sporca le mani senza girare la testa dall’altra parte e capisco che nonostante tutto la primavera è arrivata.
Pasquale Leone
Libera Campania