La lettera della Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora
Il dpcm firmato dal premier Conte l’11 marzo impone a tutti di restare a casa. Già nelle scorse settimane avevamo sottolineato l’impossibilità per alcune persone. Come i senza fissa dimora. Persone che appunto una casa non ce l’hanno. A Milano nei giorni scorsi è arrivata la prima denuncia ad un homeless per aver violato le disposizioni del decreto. Poi ne sono state inferte sei a Treviso, cinque a Roma, un’altra a Milano. E ancora una a Genova, Verona, Siena e Modena.
A seguito di queste segnalazioni Cristina Avonto, presidente della Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora, ha scritto al ministro dell’Interno e a quello del Lavoro e politiche sociali. Nella missiva la Avonto ha sottolineato che in Italia vivono in strada più di 55 mila persone. Nella lettera viene inoltre ricordato che i servizi a loro rivolti sono in parte sospesi e che «a queste condizioni è per loro impossibile, e non per colpa loro, rispettare le indicazioni dei dpcm e delle ordinanze regionali, non possono restare a casa perché non hanno una casa».
«Non chiediamo – si legge nella lettera – una direttiva ad hoc perché probabilmente di difficile realizzazione». La Fio.Psd chiede però al ministro degli Interni, a prefetti e sindaci di pronunciarsi con una indicazione di metodo destinata alle forze incaricate dei controlli. «Le persone intercettate per strada e che dichiarano di essere senza dimora vanno accompagnate presso i servizi attivi del territorio, oppure devono essere attivate le unità di strada presenti nel comune», scrive Cristina Avonto.