La preoccupazione di Flai Cgil e Terra onlus
La parte sostanziale della manodopera del settore agricolo è fatta di migranti. Circa 350 mila i regolari, che scappano. Non si ha una stima certa degli irregolari, che si nascondono per paura di essere espulsi come previsto dai decreti Sicurezza. La preoccupazione riguarda le condizioni di lavoratori. Flai Cgil e Terra onlus hanno scritto al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, ai ministri dell’Agricoltura, del Lavoro, dell’Interno, della Salute e del Sud.
Nella missiva si richiede la tutela della salute dei migranti che vivono in insediamenti informali e nei ghetti. «È una questione di sicurezza, oltre che di civiltà, perché i ghetti possono diventare dei focolai a causa delle pessime condizioni sanitarie in cui sono costretti a vivere. Ribadisco che non si deve lasciare indietro nessuno, men che mai gli ultimi, già sfruttati eppure così indispensabili dato che assicurano il rifornimento di frutta e di verdura a tutto il Paese», dice il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni.
Il sindacalista torna anche sulla regolarizzazione di chi lavora in condizioni di irregolarità per salvaguardare la filiera. Su questo punta il ministro dell’Agricoltura propone di fare lavorare quanti hanno presentato richiesta di asilo o di permesso di soggiorno. Teresa Belleanova aggiunge che «dove c’è incrocio tra domanda e offerta e l’azienda si impegna all’assunzione, dobbiamo concedergli il permesso di soggiorno per consentirgli di andare a lavorare». Il ministro propone inoltre di utilizzare anche i percettori di sussidi pubblici come il reddito cittadinanza o il sussidio disoccupazione.