Tre anni di carcere per chi le praticherà
Il Sudan ha scritto una pagina molto importante nel campo dei diritti delle donne. Nella nazione africana da oggi le mutilazioni genitali femminili sono reato. La legge approvata dal governo sudanese prevede tre anni di reclusione e una multa a chiunque pratichi mutilazioni genitali. Una pratica molto diffusa nel continente africano ed anche in Sudan. Le stime parlano di 200 milioni di donne sottoposte alla mutilazioni dei genitali. Secondo Unicef in Sudan subisce la mgf l’87% delle donne.
Le associazioni che si occupano di difesa dei diritti delle donne pongono l’accento sul radicamento della pratica nelle comunità locali. In Sudan, così come in altre nazioni africane, la mgf è considerata necessaria per dare marito alle ragazze. Si tratta di un passo importante per il Paese. Una decisione che mette al centro i diritti delle donne. E che segue quella del primo ministro Abdulla Hamdok di nominare per la prima volta delle donne come ministri. Nello specifico agli Affari esteri, all’Istruzione superiore, al Lavoro e sviluppo sociale, alla Gioventù e sport.
«In quel lembo di terra dell’Africa orientale questa decisione salverà migliaia di donne e di adolescenti contro quell’inutile violenza. L’abolizione di questa pratica nel Sudan – scrive su Facebook la senatrice Cinzia Leone – deve essere considerata un primo passo. In tanti, troppi Paesi, questa pratica miete vittime. Il nostro impegno, come politici e ancor prima come cittadini, deve essere quello di portare avanti queste battaglie, dar luce a ogni storia. Solo così potremo tutelare le migliaia di comunità presenti nel mondo e mettere al bando la pratica delle mutilazioni genitali. Il nostro compito deve essere quello di tutelare quelli che sono i diritti universali di tutte le donne e mettere un freno definitivo alle continue violenze», ha concluso il membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.