La stepchild adoption in Italia

La stepchild adoption in Italia

Sono diversi i Paesi in Europa in cui la legge è in vigore da anni

L’adozione in casi particolari è disciplinata dalla legge n. 184 del 1983. Il provvedimento fu introdotto per tutelare il diritto del minore ad avere una famiglia in casi in cui non si sarebbe potuta avere una adozione piena. Tra questi casi viene riconosciuta l’adozione del figlio del coniuge o da parte di parenti. Non rientrano in questa casistica i figli di coppie non riconosciute dalla legge italiana.

Su questo punto sarebbe dovuta intervenire la legge n. 76 del 20 maggio 2016. Nel corso dell’esame della legge sulle unioni civili, il Senato stralciò l’articolo sulla stepchild adoption. Una sentenza del 25 giugno del Tribunale per i Minorenni di Bologna ha riconosciuto la stepchild adoption. Tre bambini, figli di due donne che oggi hanno una relazione, sono stati adottati dall’altra donna come dispone l’ex art. 44 lettera d) della legge 184 del 1983. Per la prima volta però i bambini avranno lo stesso doppio cognome e saranno fratelli.

Il Tribunale per i Minorenni di Bologna – competente per tutta l’Emilia Romagna – riceve una media di 4 richieste di stepchild adoption al mese. Circa 50 l’anno. Come ha dichiarato a Vita il presidente del Tribunale per i Minorenni di Bologna, Giuseppe Spadaro, «le istanze di stepchild adoption hanno subito un incremento, soprattutto in quei tribunali più inclini a riconoscere tali legami affettivi».

Tra i Paesi europei dove è normata la stepchild adoption ci sono i Paesi Bassi in cui la legge è in vigore dal 1 aprile 2001. In Spagna con la legge n. 13 del 3 luglio 2005 è possibile adottare il figlio del partner dello stesso stesso. In Belgio la stepchild adoption è stata normata il 20 aprile 2006. In Francia la legge è in vigore dal 2013, in Irlanda dal 2015, mentre in Portogallo dal 2016.

Redazione
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