MagicLand ha chiarito alcuni punti a seguito della denuncia di Aipd
Giovedì Sofia, bambina di 10 anni con la sindrome di Down, aveva denunciato di aver subito un’ingiustizia. Aveva denunciato l’impossibilità di poter salire su alcune giostre al Parco Rainbow Magicland. L’ad di MagicLand Spa, Guido Zucchi, si è detto rammaricato dell’impossibilità di Sofia di poter godere appieno della giornata trascorsa tra di noi. «Il primo ed unico obiettivo di MagicLand è divertire e generare emozioni e ricordi positivi indimenticabili. Non essere stati in grado, questa volta, di raggiungere questo obiettivo è per me e tutto il team che lavora nel Parco Divertimenti, motivo di frustrazione e dispiacere».
MagicLand evidenzia però che prima di ogni cosa vuole «garantire la totale e continua sicurezza dei nostri ospiti. Il divertimento non può esistere senza sicurezza». Nella lettera inviata all’Aipd l’ad di MagicLand chiarisce che i criteri per l’accesso alle attrazioni «sono definiti in modo preciso dai manuali dei fabbricanti delle attrazioni stesse nonché dalle autorizzazioni che riceviamo annualmente dalla Commissione Prefettizia Provinciale di Vigilanza per il Pubblico Spettacolo».
«Ci rammarica – conclude Zucchi – ricevere l’accusa di non essere favorevoli all’inclusione in quanto tale accusa è prima di tutto frutto di disinformazione. L’inclusione non può e non deve essere conseguita a discapito della sicurezza e ci sorprende che un ente preposto, appunto, alla tutela e salvaguardia delle persone diversamente abili non tenga in considerazione questi elementi e non ci supporti e aiuti, al contrario, nella loro applicazione».