Il Recovery Fund porterà in Italia 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 di prestiti. Una cifra enorme che fa gola alle organizzazioni criminali. Già durante il lockdown alcune cosche mafiose erano riuscite a mettere le mani sulle forniture di beni legati all’emergenza. Tanto da spingere il ministro Lamorgese ad inviare una direttiva ai tutti prefetti per aumentare il monitoraggio del disagio sociale ed economico. Qui i fondi sui quali provare a mettere le mani sono molti di più. Le infiltrazioni nelle piccole e medie aziende possono essere uno dei principali varchi attraverso i quali le mafie possono provare ad inserirsi.

Il contesto economico e sociale vulnerabile può facilitare l’azione criminale. Per provare a mettere un freno il parlamento ha dato vita al XX Comitato della Commissione parlamentare antimafia, sulle infiltrazioni mafiose in emergenza sanitaria. A presiederlo sarà il deputato del M5S Paolo Lattanzio. Lo stesso che aveva proposto la sua costituzione. «La criminalità organizzata fa tesoro delle disuguaglianze e della povertà che facilitano ricatto e imposizione, e grazie alla enorme disponibilità di liquidità è in grado di imporre forme di infiltrazione e di rigoroso controllo sociale».

Povertà, disuguaglianze, le annose fragilità del Paese sono terreno fertile per le organizzazioni criminali. Il Comitato si focalizzerà sui settori maggiormente appetibili alle mafie in questa fase. Il primo incontro ufficiale avrà luogo dopo la pausa estiva con l’audizione dell’organismo di monitoraggio delle infiltrazioni criminali sull’emergenza Covid, istituito dalla ministra Lamorgese. Seguiranno altre audizioni con il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con la Dia e con alcuni procuratori che hanno già lavorato sul tema.