Gli aiuti umanitari e la raccolta fondi attivati da Unicef
140 morti, 5mila feriti, centinaia di dispersi. Questo il bilancio dell’esplosione di martedì a Beirut. A questi si aggiungono migliaia di sfollati, tra i quali molti bambini. Secondo Unicef solo i bambini sono circa 80mila. Molti sono stati separati dalla famiglia, alcuni dei quali risultano ancora dispersi. Molte scuole sono state danneggiate sia a Beirut che nell’area circostante. Danni ad almeno dodici strutture ospedaliere specializzate in servizi pediatrici.
L’esplosione ha causato inoltre la distruzione di cinque delle sette celle frigorifere per i vaccini supportate dall’Unicef. Questo accadimento avrà gravi conseguenze sui programmi fondamentali di vaccinazione. Sono stati inoltre distrutti dieci container contenenti dispositivi di protezione individuale.
L’organizzazione, in coordinamento con le autorità e i partner sul campo, sta mettendo in campo aiuti umanitari. Fornitura di acqua potabile, supporto psicosociale, supporto al ricongiungimento dei bambini con le famiglie. Queste le principali azioni messe in campo. Per portare avanti questi aiuti Unicef ha lanciato una campagna di raccolta fondi.