I ricollocamenti non saranno obbligatori, ma i Paesi membri potranno decidere di sponsorizzare i rimpatri
Solidarietà per la gestione dei flussi migratori, controlli più rapidi e accurati alle frontiere, accelerazione dei procedimenti di rimpatrio. Queste le principali novità contenute nel nuovo Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo presentato dalla Commissione europea. Il punto più atteso, quello sui ricollocamenti, non varia. Non saranno obbligatori. Ogni Stato membro potrò decidere su base volontaria se e che tipo di supporto fornire ai Paesi nei quali approdano i migranti, ovvero Italia, Grecia e Malta. Passa dunque la linea dei Paesi più refrattari all’accoglienza. Ovvero Austria e Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Il nuovo piano prevede uno screening di tutte le persone. Sia sotto il profilo sanitario che della sicurezza. Saranno dunque rilevate le impronte digitali e la registrazione nella banca dati di Eurodac. La Commissione propone inoltre una sponsorizzazione dei rimpatri. I Paesi che non accetteranno la ricollocazione dei migranti potranno decidere di farsi carico delle spese di rimpatrio. Bruxelles ha inoltre previsto maggiori responsabilità nei rimpatri per la Guardia di frontiera e costiera europea. Sarà inoltre nominato un coordinatore per i rimpatri. Novità anche per Frontex che dovrà fornire maggiore supporto ai Paesi di approdo.
A presentare il piano il commissario Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson, il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Quest’ultima ha detto che «serve solidarietà e responsabilità», aggiungendo che è necessario «ricostruire la fiducia tra gli Stati membri e ripristinare la fiducia dei cittadini nel nostro capacità di gestire la migrazione come Unione».