I ministri del Lavoro di Italia e Spagna hanno accolto con favore la proposta europea
Nel 2019 la povertà lavorativa in Europa si è attesta al 9 per cento. I dati del 2020 saranno quasi certamente più gravi, soprattutto a casa dell’emergenza da Covid-19. Gli aiuti dei singoli Stati durante il lockdown – e in alcuni casi ancora oggi – non possono bastare a sanare la situazione economica e sociale. Proprio la pandemia ha rimarcare che le reti di protezione sociale non sono adeguate. La frammentazione del mercato del lavoro non aiuta, soprattutto nella contrattazione collettiva. A sottolinearlo questa mattina dalle pagine del Corriere della Sera il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo in un pezzo scritto a quattro mani con la sua omologa spagnola Yolanda Diaz.
I ministri del Lavoro di Italia e Spagna hanno accolto con favore la proposta arrivata ieri dalla Commissione europea di studiare dei salari minimi equi per i lavoratori dei Paesi Ue. «L’iniziativa – scrivono Catalfo e Diaz – contribuirà significativamente a far compiere passi in avanti verso un’Unione sociale più forte, e stimolerà un nuovo dinamismo politico per fare progressi nell’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali».
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I ministri del Lavoro di Italia e Spagna sono convinte che questo passo permetterà non solo di garantire un salario adeguato ai lavoratori, ma contrasterà il lavoro precario e ridurrà la povertà. In questa partita Catalfo e Diaz riconoscono un ruolo importante alle associazioni sindacali e datoriali che «hanno la capacità di portare avanti negoziati basati su tutte le informazioni necessarie, in grado di condurre alla definizione di salari sostenibili, adeguati ed in grado di accompagnare la crescita economica».