Gli appelli delle librerie indipendenti Skakespeare & Co. di Parigi, Strand Book Store di New York, Libridine di Portici
Nei primi quattro mesi del 2020 sono stati 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia. 1,3 milioni si sono affacciati alle piattaforme digitali durante il lockdown. Quasi il triplo dello stesso periodo del 2019 in cui furono 700 mila i nuovi consumatori digitali. Il settore che è cresciuto maggiormente è stato quello del food che ha segnato un +130 per cento di crescita. In crescita anche l’acquisto di prodotti per gli animali (+154%), prodotti per la cura della casa (+126%), per la cura della persona (+93%).
In crescita anche l’acquisto di libri e musica che già nel 2018 avevano fatto registrare un incremento del 56 per cento (dati Nielsen Global Connect) rispetto all’anno precedente. Proprio in questi giorni di nuovi lockdown e nuove misure restrittive è arrivato da più parti l’appello ad acquistare i libri in librerie fisiche. A tuonare la carica sono stati i titolari della libreria Skakespeare & Co. di rue de la Bûcherie a Parigi. In un post sui social hanno raccontato che da marzo il fatturato dell’azienda è calato dell’80 per cento.
Il nuovo lockdown disposto in Francia potrebbe creare ulteriori difficoltà alla libreria parigina. Per questo è stata lanciato l’iniziativa click and collect che permetterà di acquistare online e ritirare in libreria. A quanti si recheranno a ritirare il proprio acquisto nel pomeriggio saranno offerti un caffè con pasticcini da portar via. A sostegno delle librerie di Parigi si è schierata anche il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, che ha chiesto la riaperture delle librerie. Le disposizioni del governo francese infatti le hanno chiuse in quanto considerate un servizio «non essenziale».
Un appello simile è arrivato anche dall’altra parte dell’oceano. A lanciarlo la libreria indipendente Strand Book Store di Manhattan, a New York. Lo stesso discorso vale anche per l’Italia, ricca di piccole e medie librerie. Anche se in Italia resteranno aperte anche nelle zone rosse, le librerie hanno risentito e continuano a risentire della crisi. Come sottolinea il titolare della libreria Libridine di Portici, Diego Penna. «Di certo la pandemia ha acuito una crisi in atto già da anni per le librerie indipendenti, ma il lookdown di marzo ci ha spinti a valorizzare l’utilizzo del mezzo informatico, non tanto per incrementare l’e-commerce, ma per consolidare attraverso i social media il rapporto tra libraio e lettore. Sui nostri profili social abbiamo creato una sorta di piazza virtuale grazie alla quale proseguire anche a distanza quello scambio continuo di informazioni e, soprattutto, di sensazioni sui libri non solo tra noi ed i nostri clienti, ma tra gli stessi lettori».
Diego Penna spiega a dalSociale24 che «stiamo cercando di fare anche a distanza quello che abbiamo sempre fatto faccia a faccia con le persone, ovvero essere un punto di riferimento per consigli ed impressioni sui libri andando al di là del freddo acquisto on line. Inoltre ci siamo attrezzati per effettuare consegne a domicilio indipendentemente da qualsiasi portale, una sorta di “porta a porta” effettuato da noi stessi per fare in modo di dare un senso di umanità anche allo sterile acquisto on line. E, fino ad oggi è stata una scelta che ci ha ripagati permettendoci di affrontare, pur tra mille difficoltà, questo periodo non certo semplice. Questo non vuol dire che operazioni come bookshop non siano valide, anche perché l’una non esclude l’altra, purché i lettori si convincano che acquistare nelle librerie indipendenti sia una scelta etica che salvaguarda l’economia locale senza avvantaggiare chi in Italia non paga neanche le tasse».
Ciro Oliviero