Domani è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il 25 novembre è ormai da anni il giorno nel quale vengono snocciolati dati sempre più gravi sulla violenza di genere. Solo tra marzo e giugno di quest’anno le chiamate al numero verde 1522 sono aumentate del 119 per cento. Da luglio 2019, quando è stata introdotto la legge Codice Rosso, sono state quasi 4mila le indagini aperte per i nuovi reati. Ad oggi 686 rinvii a giudizio ed 80 condanne. Nel 2018 si è rivolto ai Cav il 13,6 per cento in più di donne rispetto all’anno precedente. Solo a Napoli, durante il lockdown di primavera, sono state prese in carico dal centro antiviolenza della Città di Napoli 20 donne.

Numeri sempre in crescita. Come è in crescita la disparità di genere nel mercato del lavoro. Durante il lockdown, secondo l’Istat, l’occupazione femminile ha fatto registrare la perdita di ben 470mila posti di lavoro attestandosi in Italia al 44 per cento contro il 66 per cento di quella maschile. «Ancora una volta, dunque, il conto più salato dell’emergenza lo pagano le donne. La tragica conseguenza è quella di migliaia di donne che tornano sotto scacco dei loro mariti, compagni, conviventi. Mortificate spesso da uno stato di necessità che le rende prigioniere», ha sottolineato la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan.

Per ridurre gli episodi di violenza domestica queste donne devono avere un’indipendenza economica. «Occorre – dice la Rostan – un piano di salvaguardia straordinario per l’occupazione femminile a partire dalla legge di bilancio che stiamo discutendo in Parlamento. Servono incentivi per le imprese che assumono le donne e un Fondo speciale a sostegno dell’imprenditoria femminile promossa dalle donne vittime di violenza», conclude la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera.