11.484 (+74,6% rispetto al 2018) i reati legati al cemento, che così superano i reati legati al ciclo dei rifiuti che si fermano a 9.527 (+10,9%)
34.648 i reati contro l’ambiente accertati nel 2019. 4 ogni ora. Un aumento del 23,1 per cento rispetto all’anno precedente. Questi i numeri principali del rapporto Ecomafia 2020 redatto da Legambiente con il supporto di Cobat e Novamont. 11.484 (+74,6% rispetto al 2018) i reati legati al cemento. I reati legati al ciclo dei rifiuti – per anni i più copiosi – sono stati 9.527, facendo registrato un aumento del 10,9 per cento rispetto all’anno precedente. In crescita anche i reati contro la fauna (+10,9%), gli incendi boschivi (+92,5%).
La maglia nera del rapporto spetta anche quest’anno alla Campania, dove si registrano 5.549 reati contro l’ambiente. Seguono Puglia, Sicilia e Calabria. Queste quattro regioni del sud rappresentano il 44,4 per cento del totale dei reati nazionali. Il numero più alto di arresti si registra però al nord. Le 88 ordinanze di custodia cautelare della Lombardia superano il totale (86) di quelle emesse in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. 198 gli arresti nel settore del ciclo dei rifiuti (+112,9% rispetto al 2018) e 3.552 i sequestri (+14,9%). In questo caso la prima è nuovamente la Campania (1.930 reati), seguita da Puglia (835) e Lazio (770).
Aumenta anche il giro di affari illeciti legati ai reati ambientali. Nel solo 2019 è stato calcolato intorno ai 19,9 miliardi di euro. Dal 1995 ad oggi sono 419,2 miliardi. Tra chi si intasca i guadagni illeciti imprenditori, funzionari, amministratori pubblici collusi, e ben 371 clan (3 in più rispetto al 2018).
SULLO STESSO ARGOMENTO POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE:
Campania ha maggiori criticità sociali e ambientali
Scarti di roghi in centro rottami a Cisterna di Latina, 27 arresti
Il rapporto 2019 Ecomafie di Legambiente