Da Sant’Egidio a Medu, molti Molti gli appelli alle istituzioni per chiedere un intervento per l’accoglienza degli homeless
La prima a lanciare un appello sulla situazione delle persone senza dimora di Roma era stata la comunità di Sant’Egidio. Una decina di giorni fa l’organizzazione aveva chiesto a Federalberghi della capitale di rendesi disponibile ad ospitare una parte delle persone che vivono in strada in quelle che si stanno rivelando le settimane più fredde dell’anno. Appello accolto positivamente dall’associazione degli albergatori, a patto che fosse chiesto un intervento ufficiale da parte del Comune di Roma. Richiesta mai pervenuta dal Campidoglio.
Dall’inizio dell’anno nella sola capitale sono già morte per freddo nove persone che vivono per strada. Nei giorni scorsi è arrivato anche l’appello di Medu. L’organizzazione ha invitato le istituzioni preposte a predisporre un piano adeguato per l’accoglienza delle persone senza dimora. Secondo le stime più recenti sono circa 10mila le persone senza fissa dimora di Roma. Nelle sole stazioni di Termini e Tiburtina Medici per i Diritti Umani ne assiste almeno 300. L’età media supera i 50 anni. Si tratta dunque di persone ancor più a rischio, anche per la pandemia.
LEGGI ANCHE: Tamponi per i senza fissa dimora
Sono diverse le iniziative di aiuto messe in campo nelle ultime settimane. Dalla raccolta di coperte del gruppo di tassisti Tutti Taxi x Amore a quelle della Casa del Popolo di Casal Bruciato. Oltre all’impegno volontario quotidiano di realtà come Binario95, Ifo Regina Elena e San Gallicano, Medicina Solidale, Intersos. Nonostante vari richiami l’amministrazione Raggi ancora non ha aperto le stazioni della metro per permettere agli homeless di trovare riparo durante queste fredde notti. Nella serata di sabato l’associazione Nonna Roma ha manifestato a Conca D’Oro chiedendo alla giunta capitolina di mettere in essere la proposta dal consigliere Stefano Fassina ed aprire le stazioni della metro della linea B.