Molte categorie chiedono di essere inserite tra quelle prioritarie per l’inoculazione vaccino, ma intanto Pfizer continua a diminuire le dosi all’Italia
Lo scorso venerdì la Pfizer, azienda che produce uno dei vaccini al Covid-19, aveva comunicato all’Italia il taglio di 165mila dosi. Nella giornata di ieri taglia altre 240 anziché consegnare le 397mila previste, ne ha fatte arrivare 103mila. Rassicurando che altre sarebbe giunte nella giornata di oggi. Notizie che hanno urtato e non poco l’umore del commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri. L’azienda rischia sul piano economico. Qualora Pfizer non dovesse consegnare entro marzo le 8 milioni e 749mila dosi previste dal contratto con il nostro Paese scatterebbe una penale del 20 per cento del valore delle dosi mancanti.
Il rallentamento delle consegne delle dosi mette a rischio la prosecuzione della vaccinazione secondo il calendario stabilito dalla varie Regioni. C’è chi potrebbe non ricevere la seconda dose entro la terza settimana dalla prima inoculazione. E chi vedrebbe slittare il proprio turno, anche se categoria a rischio. Nonostante questo il dibattito circa le priorità di chi debba essere vaccinato resta ancora aperto. Dapprima erano stati gli operatori sanitari, gli operatori delle rsa e gli ospiti delle residenze assistite. Scelta decisa a livello centrale. Poi ogni Regione ha pensato in maniera diversa. In parte anche accogliendo le richieste giunte da alcune categorie.
Le organizzazioni che si occupano delle persone con disabilità sono state tra le prime a chiedere che i loro familiari ed assistiti fossero inseriti sin da subito nel piano vaccinale. Appello accolto in diversi territori, tra i quali la Campania e l’Abruzzo. A questi hanno fatto seguito le richieste dei docenti. Proprio oggi la Regione Emilia-Romagna ha chiesto al governo di poter vaccinare il prima possibile docenti e il personale scolastico. Ed ancora le richieste dei garanti dei detenuti affinché fossero considerati prioritari anche i carcerati. E invece il 13 gennaio il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha emanato una circolare con la quale chiede agli operatori penitenziari di far pervenire le proprie adesioni entro il 28 gennaio.
E poi ogni Regione, come sopra, ha disposto priorità diverse. Come la Puglia, dove tra i primi ad essere vaccinati ci sono anche dentisti, farmacisti, forze armate, forze dell’ordine, sanità marittima, dipendenti Inps ed Inail. Proprio ieri la neo vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, aveva chiesto che tra i nuovi parametri per la distribuzione delle dosi di vaccino fossero prese in considerazione anche Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal Coronavirus. Salvo fare un passo indietro oggi nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova giunta regionale di cui fa parte.
Ancora oggi la Aisla ha chiesto che fossero vaccinati anche i familiari che si prendono cura delle persone non autosufficienti come i malati di Sla. E ancora l’Uneba che ha chiesto che per ogni anziano che vive solo vaccinato ci si anche un familiare, in modo che possa riavere una vita sociale in sicurezza.
Stefano Malla