Violenza di genere, la voce delle vittime

Violenza di genere, la voce delle vittime

L’appuntamento rientra nel progetto Una carezza in un pugno realizzato in collaborazione con la Fondazione Famiglia di Maria

Si è tenuto ieri l’incontro 100 passi contro la violenza. L’appuntamento è stato ideato ed organizzato dalla dirigente dell’Ic 47 Sarria Monti di Napoli, Teresa Sasso. E rientra nell’ambito del progetto Una carezza in un pugno realizzato in collaborazione con la Fondazione Famiglia di Maria e in partnership con altre tre scuole ed il dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel corso dell’incontro online sono state proprio le donne vittime di violenza a raccontare le proprie storie. Come Vanessa, nome di fantasia, che ha raccontato la sofferenza di un matrimonio di 34 anni, di cui 17 vissuti nel terrore. E poi Laura, altro nome di fantasia, che ha raccontato della violenza usatale dal marito anche durante la gravidanza.

Il dibattito ha provato a ricercare anche soluzioni al problema della violenza di genere. Tra queste, l’iniziativa lanciata dal presidente dell’associazione Farmacisti Attivi sul Territorio, Pietro Carraturo. «Le donne che hanno necessità di una mano in quanto vittime di violenza possono chiedere in farmacia un rossetto numero 21 e, nel rispetto della privacy, noi attiveremo immediatamente la procedura di assistenza con uno dei presidi antiviolenza. In passato avevamo già distribuito delle mascherine con il numero dei centri antiviolenza e abbiamo voluto proseguire con delle iniziative concrete», ha spiegato Carraturo.

Teresa Sasso ha sottolineato la centralità della scuola nel contrasto alla violenza di genere. Argomento affrontato anche dalla presidente di Associazione Dream Team – donne in rete, Patrizia Palumbo. L’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Napoli Francesca Menna, ha ammesso che «le istituzioni non riescono a stare dietro alle problematiche che emergono. Le risorse sono poche quasi come se l’attenzione per le persone e per le pari opportunità fosse meno importante di altri interventi. Il lavoro nelle scuole va sostenuto di più».

La presidente della fondazione Famiglia di Maria, Anna Riccardi, ha detto che «saremo con il fiato sul collo di chi deve erogare risorse e mettere in campo strumenti». A chiudere l’appuntamento l’europarlamentare Pina Picierno, secondo cui «è stato bello ascoltare la voce di donne che hanno saputo liberarsi grazie ad un tessuto sociale che ha saputo far rete intorno a loro. A livello europeo abbiamo una serie di strumenti come per esempio la Convenzione di Istanbul che serve per prevenire la violenza, colpire chi si macchia di questo delitto e assistere le donne. Dobbiamo lavorare sull’emancipazione e sulla rappresentanza delle donne. Dobbiamo avere voce».

Redazione
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