Dokita per i bambini disabili del Camerun

Dokita per i bambini disabili del Camerun

La campagna solidale “Tutti Uguali” vuole aiutare i bambini con disabilità del Camerun ad accedere a cure mediche e fisioterapiche

Essere un bambino con disabilità in Camerun significa, nella maggior parte dei casi, non avere la possibilità di accedere ai servizi medici e fisioterapici. Non poter frequentare la scuola. non ricevere un’adeguata assistenza e nutrizione. Non godere dell’affetto di una famiglia. Una serie di enormi difficoltà, che vanno anche al di là della condizione di disabilità, e che complicano la vita di questi bambini. Vita complicata ancor più dall’ultimo anno pandemico per il 23 per cento dei bambini dai 2 ai 9 anni. Per il 63 per cento di questi bambini la condizione di disabilità è dovuta alle conseguenze di malattie infettive come la polio, la malaria, la lebbra o il morbillo.

Per aiutare questi bambini ad accedere a cure mediche e fisioterapiche, all’accoglienza e al supporto scolastico l’ong Donika ha lanciato la campagna solidale “Tutti Uguali”. Si possono inviare sms e chiamare da rete fissa al 45580 per aiutare i bambini più fragili del Camerun. La campagna dell’organizzazione umanitaria è attiva fino al 28 marzo. Aderendo all’iniziativa si sostengono le attività di tre centri dedicati all’accoglienza, alla cura e al sostegno scolastico dei bimbi con disabilità inCamerun. Il Foyer de l’Esperance di Sangmelima che sostiene giovani con disabilità motorie e intellettive. I Foyer Père Monti di Ebolowa, che dal 1984 si prende cura di minori con disabilità nelle funzioni della voce, uditive, visive e dell’apparato motorio. Il Centro Prohandicam di Yaoundé che gestisce una delle poche scuole per bambini ciechi in Camerun.

«In questi mesi di emergenza Covid-19 – spiega il direttore di Dokita Mario Griecola vita dei disabili è ancora più difficile, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove spesso le persone con disabilità si scontrano con la mancanza di strutture sanitarie adeguate e con rigide barriere sia architettoniche che socioculturali. Superare questa ingiustizia è un dovere e per farlo dobbiamo fornire a questi bimbi gli strumenti per vivere un’infanzia felice esattamente come quella dei loro compagni: cure mediche e fisioterapiche, accoglienza e istruzione».

@dalsociale24

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