Home for Good rientra nel protocollo d’intesa siglato tra l’assessorato al Welfare di Bari e la Aps international fundraiser association – Ifa Italia
Donne sole, senza dimora, vittime di tratta, discriminazione, con problemi socio-sanitari di Triggiano hanno un ulteriore sostegno. Dalla scorsa settimana, nel comune barese, è operativo il condominio sociale. Al momento la struttura può ospitare fino a sei donne. L’attività è stata messa in piedi nell’ambito del progetto Home for Good, che vuole superare l’assistenza ed avvicinare il più possibile al concetto di familiarità. Le attività sono state avviate a seguito della sottoscrizione del protocollo d’intesa siglato lo scorso 21 gennaio tra l’assessorato al Welfare del Comune di Bari e la Aps international fundraiser association – Ifa Italia.
A valutare le richieste sarà un servizio sociale professionale. In casi di emergenza potrà chiedere disponibilità per la sistemazione di una donna che rientra nelle categorie di cui sopra anche il Pronto Intervento Sociale. A seguito di una prima conoscenza con le ospiti, gli operatori elaboreranno progetti di intervento individualizzati. Dieci le figure professionali che operano nella struttura. Dal coordinatore all’operatore sociale a quello sanitario. Dal medico allo psicologo. E ancora un mediatore linguistico, un cooperatore internazionale, un comunicatore, un informatico, un ingegnere della sicurezza. Entro la fine dell’anno la struttura dovrebbe andare a regime ed accogliere fino a dodici persone.
Il presidente dell’Ifa Italia, Cristiano di Corato, ha sottolineato che il progetto vuole «avvicinare sempre più il concetto di assistenza a quello di familiarità. E nulla è più familiare della propria casa. L’esperienza accumulata in anni di volontariato ci ha insegnato che anche un luogo più confortevole, che noi riconosciamo come casa, può aiutare a lenire le sofferenze e a intraprendere con più sicurezza un percorso di rinascita».
L’assessore al Welfare del Comune di Bari, Francesca Bottalico, ha evidenziato che la struttura è «un ulteriore passo avanti con cui intendiamo rispondere in maniera rapida ai casi più fragili, di cui non sempre la sanità riesce tempestivamente ad occuparsi, specialmente in questo periodo».
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