L’intervista a Giovanni Russo, direttore della Masseria Antonio Esposito Ferraioli di Afragola
Nella scorsa legislatura regionale della Campania venne approvata l’istituzione dell’Osservatorio regionale sull’utilizzo dei beni confiscati. Un provvedimento incardinato nella proposta di legge di revisione della legge regionale 7/2012 in materia di beni confiscati alla camorra. Lo scorso 4 marzo, con il decreto numero 54 del Presidente della Regione Campania, sono stati nominati i Componenti dell’Osservatorio. Tra questi Giovanni Russo, direttore della Masseria Antonio Esposito Ferraioli di Afragola, il bene confiscato più grande dell’area metropolitana di Napoli.
Quale può e deve essere il ruolo dei beni confiscati nell’economia regionale?
«I beni confiscati della Campania sono migliaia e in buona parte ancora inutilizzati. È necessario che le istituzioni e gli enti del terzo settore rafforzino la loro collaborazione al fine di restituire alla collettività questi beni. Beni che quando sono abbandonati a sé stessi e distrutti, null’altro fanno che continuare a testimoniare lo strapotere dei clan sui territori. Mentre, se adeguatamente gestiti, rappresentano non solo la vittoria dello Stato sulla mafie, ma anche delle opportunità preziosissime per creare socialità e posti di lavoro sani, che possono permettere di simboleggiare la vera risposta dello Stato al malaffare. Ovvero quello di dare lavoro, di dare sostegno economico attraverso la confisca dei beni».
Quale sarà il ruolo dell’Osservatorio appena insediato?
«Oggi purtroppo, se da un lato si deve evidenziare l’ottima strada intrapresa dalla Regione Campania nel finanziare anche dei progetti legati ai beni confiscati ed all’ottimo lavoro già fatto dalla commissione, però va anche detto che questo lavoro deve essere rafforzato. Deve essere rafforzata la sinergia istituzionale di programmazione delle attività, anche inserendo elementi strategici di sviluppo economico. E soprattutto devono essere rafforzati i fondi a disposizione dei beni confiscati, perché, chi conosce i beni confiscati, sa bene che gli enti del terzo settore non hanno spesso le energie economiche per ristrutturarli, per creare quelle infrastrutturazioni necessarie per la messa a reddito. In questo lo Stato deve intervenire in modo significativo. La strada tracciata dalla commissione e il percorso che continueremo è sicuramente egregio, è il percorso giusto, ma in questa nuova annualità dovremo tutti impegnarci per dare maggiore concretezza e maggiore respiro agli enti del terzo settore che gestiscono i beni confiscati».
@ciro_oliviero