L’intervista alla docente ed attivista di Priorità alla scuola, Monica Capo
A differenza di molti Paesi europei la scuola in Italia è stato uno dei primi settori a chiudere all’inizio della pandemia. E ancora oggi sono chiuse. Salvo qualche sporadica riapertura a settembre e ad inizio 2021. Fatti che hanno mobilitato migliaia di persone tra studenti, genitori, insegnanti. Sì dad contro no dad. In presenza, ma non troppi. Massimo il cinquanta per cento. E poi solo i figli del personale sanitario e gli studenti fragili. Poi solo questi ultimi. Poi ancora tutti in didattica a distanza. Sin dalla prima chiusura gli insegnanti sono stati tra quelli maggiormente attivi per ripristinare la didattica in presenza.
Lo scorso aprile un piccolo gruppo ha lanciato il movimento Priorità alla scuola. Tutto è nato da una petizione che lamentava la riduzione al lumicino degli spazi di agibilità per i bambini. Un movimento diffuso a macchia d’olio. Una ragazzina di Torino ne è stata il simbolo, seguendo la dad dall’esterno della sua scuola. Tra le prime regioni dove si è strutturato la Campania dove, subito dopo il lockdown, si tenne una manifestazione a piazza Dante a Napoli. «Rivendicavamo la riapertura delle scuole in sicurezza e in presenza. Premettendo che nessuno di noi è negazionista, è giusto però che i ragazzi si riapproprino dei propri spazi», racconta la docente Monica Capo.
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«La Campania è stata ancora più penalizzata essendo stata la regione dove si è registrato il numero più basso di ore in presenza d’Europa», aggiunge la Capo. Ma Priorità alla scuola non chiede solo riapertura scuola. «C’è un programma di rivendicazione che riguarda anche i problemi atavici della scuola: classi pollaio, mancanza di spazi, mancanza di docenti. E soprattutto i risvolti nefasti sulla salute dei ragazzi che sono sotto gli occhi di tutti. E non sono io a dirlo, ma professionisti del campo. La dad – aggiunge Monica Capo – evidenzia inoltre la diseguaglianza sociale. Sappiamo che a settembre ci ritroveremo con i soliti, atavici problemi: classi di 30 ragazzi, strutture fatiscenti».
Per questi motivi gli attivisti di Priorità alla scuola saranno in piazza il 26 marzo. Per chiedere di intervenire sull’edilizia scolastica, sull’utilizzo dei fondi del Recovery. Al loro fianco alcune organizzazioni che si stanno aggregando in queste ore. Per ora l’unico sindacato ad aver confermato il sostegno è quello dei Cobas. In Campania ci saranno tre scioperi. A Napoli, in piazza Dante, dalle 10.30. Contestualmente gli attivisti saranno anche a Salerno ed a Castellammare di Stabia.
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