L’indagine Platinum-Dia della Procura di Torino ha coinvolto la ‘ndrina di Volpiano ed esponenti della famiglia Giorgi, detti “Boviciani”, di San Luca
La mafia non è affar del solo sud Italia. E non solo dell’Italia tutta. A differenza di quanto dica sbagliando parte della popolazione delle regioni del centro nord. Lo dimostrano i fatti degli ultimi 30 anni, almeno. A partire dal decreto di scioglimento per mafia di Bardonecchia il 5 maggio del 1995. A sempre da Torino è partita l’ultima operazione contro la ‘ndrangheta. Platinum-Dia è l’indagine partita e coordinata dalla Procura di Torino che ha visto impegnati la Dia e gli uomini di carabinieri, polizia e guardia di finanza. Partita dalle indagine sulla ‘ndrina di Volpiano, l’indagine ha coinvolto anche esponenti della famiglia Giorgi, detti “Boviciani”, di San Luca.
Con questi ultimi si allarga il panorama del’inchiesta che dalla Calabria passa per il Piemonte e la Sardegna. Le attività di narcotraffico della ‘ndrina calabrese giungono oltre confine, anche in Germania, nel Land del Baden Wùrttemberg, e nelle località turistiche del lago di Costanza. Oltre che in Spagna e Romania. Maggiori dettagli sull’operazione saranno forniti nel corso di una conferenza, alla presenza del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, alle 11.
«La pericolosità della ‘ndrangheta calabrese si continua a sottovalutare», ha detto il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra. «Oltre il necessario ringraziamento a centinaia di donne e uomini delle forze dell’ordine italiane e di altri paesi europei, mi chiedo quanto ancora si voglia sottovalutare il problema. Abbiamo una forza criminale in campo che non solo ha monopolizzato un territorio e lo ha asservito ai suoi fini criminali, ma ha una impressionante forza economica con cui risulta capace di espandersi ovunque in Europa. La magistratura, anche europea, lotta con tutte le forze, dovrebbe farlo anche la politica italiana avendo come priorità la Calabria», ha concluso Morra.
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