Due anni fa l’atleta ha iniziato la campagna di sensibilizzazione sul fenomeno della scomparsa delle indigene Missing and Murdered Indigenous Women
Mercoledì 5 maggio negli Stati Uniti è stata la giornata nazionale di sensibilizzazione per le donne e le ragazze indigene scomparse e uccise. Una giornata di memoria per tante famiglie che non hanno potuto riabbracciare le proprie mogli, figlie, madri. In molti casi non hanno potuto concedere loro neanche una sepoltura degna. In quella giornata i social media sono stati invasi da foto e vide di persone vestite di rosso con una mano dipinta sulla bocca, il simbolo del movimento delle donne e delle ragazze indigene scomparse e assassinate. Per un problema tecnico – così si è giustificato Instagram – molti di quei contenuti sono scomparsi.
Un ulteriore smacco per quelle persone che hanno voluto giustamente ricordare le donne indigene scomparse ed uccise negli Usa. Perché di queste persone non si occupa quasi nessuno. Sono pochi quelli al di fuori delle tribù o di familiari ed amici che si curano di questo fenomeno. Tra quei pochi c’è Rosalie Fish, nativa americana che da due anni ha iniziato una campagna di sensibilizzazione sul fenomeno soprattutto negli Stati Uniti ed in Canada. Missing and Murdered Indigenous Women. Questo il nome della campagna.
La Fish corre per denunciare femminicidi e abusi sulle donne. E lo fa con l’impronta di una mano rossa disegnata sulla bocca, il simbolo del movimento. Ha iniziato a farlo nel maggio del 2019, quando ha preso parte ad una competizione podistica nello stato di Washington. Da allora, Rosalie Fish porta quel simbolo sul viso ad ogni competizione alla quale partecipi. Una testimonianza di vicinanza alle vittime indigene di femminicidi, abusi, violenze. Un modo per testimoniare vicinanza alle tante famiglie che hanno perso una persona in questo modo. Ed anche per ricordare sua zia, Alice Looney, morta assassinata.
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