Il consiglio comunale ha approvato – con 27 voti favorevoli ed un astenuto – un importante regolamento per il riutilizzo sociale dei beni confiscati
Il 23 maggio si commemora il 29esimo anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. A pochi giorni da quell’anniversario il consiglio comunale di Palermo ha approvato – con 27 voti favorevoli ed un astenuto – un importante regolamento per il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Palermo è la città in Italia con il maggior numero di beni confiscati in Italia. Tra le novità previste dal documento la prevalenza ad uso abitativo degli immobili sottratti alla criminalità organizzata. Sempre sul fronte del contrasto al disagio abitativo viene previsto il cohousing.
«Non c’era modo migliore di rendere omaggio alla memoria delle vittime di mafia che approvare un regolamento che consentirà di gestire al meglio i beni sottratti alla criminalità organizzata, restituendoli così alla collettività», ha detto l’assessore al Patrimonio Toni Sala. Si registra malcontento circa la mancata creazione di un Osservatorio comunale sui beni, come avevano chiesto associazioni e cooperative gestori di beni ed i sindacati. Un malcontento Evidenziato anche dai consiglieri comunali in quota Pd.
Tra le richieste – non approvate – delle associazioni anche periodiche assemblee di progettazione partecipata. Secondo le associazioni «a farne le spese sarà Palermo» che «avrebbe giovato avvalersi di spunti innovativi frutto di una riflessione ampia e condivisa». Per le organizzazioni che avevano avanzato la proposta si tratta di «un’occasione mancata che va per di più ad amputare un percorso già avviato, che aveva visto numerose realtà impegnarsi per la valorizzazione dei beni e delle esperienze di gestione e che avrebbe trovato nell’osservatorio comunale un’importante opportunità di prosecuzione».
@dalsociale24