Il neonato Osservatorio Esr intende monitorare l’impatto delle politiche abitative e i costi degli affitti per la città metropolitana di Milano
I prezzi degli affitti sono sempre più un problema. Ormai non solo nei centri delle grandi città, ma anche nelle periferie. In provincia, nella immediate adiacenze delle metropoli. Un problema molto sentito soprattutto – anche se non solo – nella capitale economica del Paese. Lo scorso anno, in piena crisi pandemica, c’è chi ha addirittura rincarato i prezzi degli affitti, nonostante la città i stesse svuotando, anche a causa dell’emergenza da Covid-19. Non è difficile dunque immaginare che il capoluogo lombardo è seconda città italiana per i canoni più alti d’Europa.
Secondo l’International Rent Index di Housing Anywhere, prima del marzo 2020 il costo medio di un monolocale in affitto a Milano superava i 900 euro. Per una stanza singola studenti e professionisti arrivavano a pagare anche oltre i 630 euro al mese. Cifre impensabili se commisurate agli stipendi e in generale ai guadagni medi degli italiani. Senza un freno saranno sempre più le persone che si sposteranno in periferia o addirittura fuori città, pur restando a lavorare a Milano. Già oggi c’è chi vive addirittura in altre province e ogni giorno vive di pendolarismo.
Un freno a questa corsa al rialzo dei prezzi di affitto prova a metterlo il neonato Osservatorio Esr, che intende monitorare l’impatto delle politiche abitative per la città metropolitana di Milano. Altro obiettivo del nuovo organismo è cercare di far tornare inclusiva la città anche per gli affitti di immobili. Ed ancora a diventare un interlocutore di Aler e MM, per provare ad avviare la riqualificazione di alcune aree della città che oggi non offrono molti stimoli attrattivi a chi cerca casa.
Presentato oggi in conferenza l’Osservatorio Esr è costituito da Compagnie delle Opere, Confcooperative Habitat, Fondazione Housing Sociale, Welfare Ambrosiano, Cariplo, Legacoop Lombardia e Redo Sgr. Milano riuscirà ad essere inclusiva «riuscendo ad accogliere – ha detto il presidente di Confcooperative Habitat, Alessandro Maggioni – non solo gli stranieri ma anche gli studenti che non possono pagare affitti folli e soprattutto i lavoratori umili ma fondamentali, che senza case a prezzi giusti non possono vivere a Milano, ma solo sopravvivere».
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