Attivato nel quartiere San Cristoforo di Catania, il progetto punta a garantire i diritti ai ragazzi con disabilità o che provengono da contesti difficili
Lo sport deve essere un diritto garantito a tutti. Bambini, giovani. Quelli che vivono in centro e quelli che si trovano in periferia. A prescindere dallo status economico e sociale delle famiglie. Deve essere uno strumento di inclusione e di abbattimento delle diversità. Di ogni tipo di barriera. Come accade con Sport for All, il progetto messo in campo da fondazione Milan e fondazione Èbbene. Inaugurato nel quartiere San Cristoforo di Catania, il progetto punta a garantire i diritti ai ragazzi con disabilità o che provengono da contesti difficili, proprio attraverso lo sport.
Le attività hanno preso il via lo scorso 16 giugno presso la sede del centro di prossimità della Fondazione Èbbene, Spazio 47. Lo stesso luogo dove, qualche mese fa, è nato un polo educativo e aggregativo per le famiglie del quartiere. Le iniziative messe in campo prevedono anche il coinvolgimento delle famiglie del quartiere catanese.
«Siamo certi che lo sport sia uno dei principali strumenti di inclusione soprattutto perché intercetta il bisogno dei bambini di stare insieme in gruppo e delle famiglie, soprattutto quelle più fragili, di essere accompagnate nella crescita educativa dei loro figli attraverso azioni messe in campo grazie a delle iniziative che abbattono ogni limite e rafforzano il valore umano», ha dichiarato il presidente della Fondazione Èbbene, Edoardo Barbarossa.
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