Oggi parte la prima edizione di Portami là fuori, al quale i ragazzi hanno lavorato con Maurizio Braucci, Lucariello, Margherita Vicario,Ciccio Merolla
Quando si parla di istituto minorile di pena in Campania si pensa subito a Nisida. Oltre al carcere di Napoli ce n’è anche uno in provincia di Benevento, ad Airola. Così come quello partenopeo, anche quello sannita è luogo di svariate attività volte al recupero e reinserimento sociale dei giovani detenuti in vista della loro scarcerazione. Oggi parte il festival “Portami là fuori”, in scena fino a domenica. La prima edizione della rassegna di arte, cinema, musica e teatro. Un festival al quale hanno lavorato con i ragazzi lo scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci, il rapper Lucariello, l’attrice Margherita Vicario, il musicista Ciccio Merolla, Kento, Claudio Giovannesi, Erasmo Petringa.
Il festival si apre oggi con lo spettacolo Amleto, principe di Airola. Scritto da Maurizio Braucci, con le musiche di Ciccio Merolla, lo spettacolo è interpretato dai giovani ospiti del carcere. Nel corso della tre giorni sarà inoltre proiettato uno dei due corti realizzati dai detenuti: Dura Lex. L’appuntamento è organizzato dall’associazione Co2 Crisis opportunity, con la collaborazione del Comune di Airola e l’Istituto scolastico A. Lombardi, le associazioni Textures, Dominio Pubblico, Puntozero, Mediterraneo Comune, In wall we trust, Airolandia e la Pro Loco di Airola. Ed inoltre con la collaborazione artistica di Carolina Levi e Maurizio Braucci e il contributo di Lucariello, responsabile del progetto nell’Ipm di Airola.
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Airola non è solo spettacolo. Nel corso dell’anno sono svariate le attività messe in campo. Attività finalizzato al reinserimenti sociale e lavorativo dei ragazzi. Di recente uno degli ospiti è stato assunto nel campo della ristorazione nel territorio beneventano. Altri cureranno il verde alla Reggia di Caserta il prossimo autunno. Sono previste visite a Capodimonte e pallanuoto con i campioni olimpici. Per la direttrice Marianna Adanti «è questa l’immagine del carcere, non quella vista a Santa Maria Capua Vetere. Mi batto tutti i giorni per trovare occasioni di lavoro per i ragazzi». La Adanti, che dirige anche il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi, evidenzia inoltre che «il festival è solo una tappa di un percorso di integrazione del carcere sul territorio. Il carcere è un’opportunità per rinascere, per dare ai ragazzi quello che la società e la famiglie gli hanno negato».
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