Il progetto Liberami della plastica di Ambiente Mare Italia vuole indurre le istituzioni e i cittadini a ridurre l’uso della plastica
Secondo la direttiva Single use plastic dell’Ue dovrebbero essere in commercio solo prodotti biodegradabili e compostabili. L’Italia, nonostante abbia recepito la direttiva, non ha ancora approvato i decreti attuativi. Uno smacco alla rete ambientalista. Non solo quella associativa. Ma anche a quella delle imprese che hanno deciso di mettere un freno alla plastica monouso. E sono oltre 600 quelle che hanno aderito, già dal 2018, all’iniziativa Liberami dalla plastica di Ambiente Mare Italia. Un’iniziativa nata per mettere un freno all’inquinamento da plastica in mare. Sono oltre 250 mila le tonnellate di materiale plastico che ogni anno vengono scaricate nel Mediterraneo.
Tra le maggiori aziende che hanno aderito all’iniziativa Liberami dalla plastica c’è Errebian. Un’azienda con 50 mila clienti attivi e un catalogo di oltre 100 mila articoli per aziende, negozi ed esercizi della rete HoReCa. Ogni anno aumenta del 20 per cento le vendite di prodotti bio e senza plastica. Un accordo di pochi giorni fa con Ami prevede che gli articoli plastic free prodotti da Errebian avranno il bollino dell’associazione ambientalista. Inoltre, i clienti che acquisteranno i prodotti certificati Ami, potranno essere geolocalizzati nella mappa di Liberami dalla plastica.
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L’iniziativa di Ambiente Mare Italia «vuole indurre le istituzioni e i cittadini a ridurre l’uso della plastica nelle loro vite e nei processi produttivi», ha dichiarato il presidente di Ami, Alessandro Botti. «La transizione ecologica – ha aggiunto – è innanzitutto una transizione individuale, e una transizione del mondo produttivo. Tutti noi dobbiamo ispirare i consumi a una maggiore responsabilità. E l’imprenditoria italiana deve ispirare i propri processi produttivi e decisionali a una sempre maggiore consapevolezza che il mare chiede aiuto, il mare non ne può più».
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