Il calcio è lo sport nazional popolare per eccellenza. Lo sport più seguito, più amato. In Italia in ogni famiglia c’è qualcuno che lo segue, lo pratica, anche se a livelli amatoriali. Anche in carcere c’è chi pratica questo sport. Non solo dando dei calci al pallone, ma anche indossando la casacca da arbitro. Un modo per ritornare a rispettare le regole facendole rispettare. Ma anche per riprendere la relazione con i propri figli e con la società. Questa l’idea del progetto Le regole del gioco, una partita di calcio che si gioca fuori dal carcere tra uomini in esecuzione penale esterna e che si ricollega all’altro progetto La partita con papà, che si gioca invece in carcere tra padri e figli.

L’appuntamento fissato per stamattina alle 11 a Milano è stato organizzato da Bambinisenzasbarre e Cun Company in collaborazione con l’ufficio di esecuzione penale esterna della Lombardia, il Provveditorato di Amministrazione Penitenziaria della Lombardia. All’appuntamento hanno preso parte Luigi Pagano, Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria della Lombardia, Severina Panarello, Direttrice dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna Regione Lombardia, Matteo Tonon, Presidente di Cun Company, Angelo Bonfrisco, già arbitro di serie A, Lia Sacerdote, Presidente Bambinisenzasbarre.