Napoli è una delle città capoluogo che si appresta ad andare al voto il 3 e 4 ottobre
Il 3 e 4 ottobre molte città andranno al voto. Da Torino a Milano. Da Bologna a Roma, fino a Napoli. Ovunque c’è – o ci dovrebbe essere – attenzione nella compilazione delle liste. A Napoli a richiamare l’attenzione dei candidati sindaco nella composizione degli elenchi dei candidati al consiglio comunale ci ha pensato il prefetto. In una lettera pubblica ieri su La Repubblica Napoli, Marco Valentini ha esortato i concorrenti alla carica di primo cittadino a puntare su «candidati integri e trasparenti». «L’imminente presentazione delle liste elettorali richiede il rispetto delle prescrizioni di legge, ma anche un di più etico», ha scritto Valentini.
Per il prefetto di Napoli i prossimi consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, dovranno contribuire a sgravare la città dal peso delle «zavorre che provano a mantenere la comunità in una condizione di diffusa soggezione». Tra queste zavorre c’è la camorra, le cui azioni si sono fatte sentire anche negli ultimi mesi. Soprattutto in alcuni territori, come Ponticelli. E il recente agguato di Pianura, dove ha perso la vita un 25enne. Una presenza che però non risparmia alcun pezzo di città e dell’area metropolitana. Dalla violenza con armi predatorie, dalle stese alle attività imprenditoriali riconducibili ai clan.
Il tema della lotta alla camorra è presente, almeno a parole, nella campagna elettorale. Soprattutto tra i due principali candidati alla carica di sindaco, che hanno due ricette diverse. Per Manfredi la lotta alla camorra si fa creando occupazione, facendo emergere il lavoro nero, riqualificando gli spazi sociali, culturali, sportivi e tenendo le scuole aperte il pomeriggio. Per Maresca la battaglia si combatte nelle aule di tribunale e creando alternative solide per i più giovani.
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