Un successo di presenze nei 130 luoghi inseriti nel programma
Da San Giovanni a Teduccio a Soccavo. Da Posillipo al centro storico. La città di Napoli è stata invasa da visitatori di ogni età e provenienza. Tour esperienziali che hanno portato le persone non solo a conoscere i luoghi ma anche le loro storie. Come nel caso dell’orto sociale urbano del Parco Fratelli de Filippo di Ponticelli. Con la terza edizione di Open House Napoli si è vissuta finalmente la periferia in una città che troppo spesso la dimentica. Ma non solo quella. Sette visite in collaborazione con Anm, coinvolta ad esempio nel Metro Art Tour nelle stazioni Salvator Rosa, Duomo e Municipio. E ancora il ritorno a Casa Oro, Casa del Portuale, l’Nh Napoli Panorama, il Convitto Vittorio Emanuele II. E le novità come le due sedi dell’Archivio di Stato, la Pontificia Facoltà Teologica, Villa Doria D’Angri, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa.
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Un’esperienza che ha ripagato. I numeri sono chiari. 15 mila le presenze di questa terza edizione. Un successo, nonostante la pioggia. «Non è mancata la voglia dei visitatori di recarsi nei 130 luoghi inseriti nel programma e che hanno reso questa edizione ancora più capillare per la terza città d’Italia», hanno dichiarato gli organizzatori. «È stato un viaggio entusiasmante e possiamo dire che Open House Napoli l’abbiamo concluso nel migliore dei modi», sostengono gli organizzatori. Un’edizione che è riuscita a raccontare «l’antico, il moderno e il contemporaneo, fedele alla mission di Open House di connettere passato presente e futuro della città. E la grande partecipazione dei cittadini è il nostro più grande stimolo per ripartire immediatamente con il disegno della prossima edizione 2022», concludono.
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