Sono già 69 le organizzazioni che hanno aderito all’iniziativa che vuole essere un progetto pilota esportabile in altre città
Una piattaforma per far incontrare i bisogni dei più fragili e di chi vuol dare un sostegno, attraverso il volontariato. Nella sintesi estrema è questo Como Città Fratelli Tutti. Sono già 69 le organizzazioni che hanno aderito ad oggi al progetto. Da Confindustria alle Acli fino a We for the planet, un gruppo di giovani ambientalisti che evidenziano la stretta correlazione tra sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale. Un’iniziativa che vuole creare nuovi legami per rafforzare il senso di comunità sul territorio e per costruire una rete di mutuo aiuto.
“Raga, qualcuno ha visto mio fratello?”. Questa una delle frasi della campagna che circola per la città. Spesso declinata anche in dialetto comasco. Un’iniziativa che vuole accomunare tutti. Dai cittadini alle imprese. Dalle istituzioni agli ultimi. Ed infatti ha ricevuto il patrocinio del Comune di Como. Ma quello avviato dal sociologo comasco Mauro Magatti è a tutti gli effetti un progetto pilota a livello nazionale. Lo stesso logo, aperto, è declinabile con i nomi di altre città. Una scelta ponderata perchè l’intenzione dei promotori è propria quella di creare un modello esportabile altrove.
Nel concreto Como Città Fratelli Tutti opera su due filoni principali. Da una parte con Shaps, una piattaforma digitale sviluppata da Kpmg e messa a disposizione gratuitamente. Lì si incontrano fattivamente domanda ed offerta di aiuto. La seconda attività riguarda una proposta culturale di promozione del senso di fraternità, sostenuta anche dalla chiesa locale, anche attraverso gli strumenti digitali.
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