Bologna e Pesaro per la musica. Fabriano, Carrara e Biella per l’artigianato. Torino per il design. Roma per il cinema. Parma, Alba e Bergamo per la gastronomia. Milano per la letteratura. Queste era fino a ieri le città italiane si erano aggiudicate lo status Unesco di Città Creativa. La rete premia chi promuove lo sviluppo urbano e sostenibile attraverso la cultura, la musica, il cinema, la letteratura, l’artigianato. E proprio grazie a quest’ultimo settore che Como si è aggiudicata l’ingresso in classifica. La città lombarda è la capitale europea della seta con una tradizione secolare nel settore tessile. Questo, e le forti produzioni locali nella moda sostenibile, hanno contribuito a farle raggiungere questo riconoscimento.

La rete promossa dall’Unesco dal 2004 porta avanti il concetto che la cultura può contribuire alla sviluppo sostenibile. Un fattore che è presente anche tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Stesso discorso vale per Modena, altra città italiana che quest’anno ha ricevuto il riconoscimento, per le media arts. «La vera sfida, ora, deve essere utilizzare al meglio questi riconoscimenti, non solo dal punto di vista culturale, ma anche economico e occupazionale. La cultura deve e può essere il grande motore della ripartenza», ha detto la sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni.