il sistema introdotto dal dl Semplificazione agevolerà la selezione ed il riciclo dei contenitori sopraindicati, ma non il riutilizzo diretto
Il dl Semplificazione introduce, tra le altre cose, il cauzionamento degli imballaggi in vetro, plastica e metallo. Molti hanno confuso questo passaggio con la reintroduzione del vuoto a rendere. Quest’ultima pratica, non più attiva nel nostro Paese da decenni, prevede la ricarica dei contenitori, il riutilizzo, potenzialmente illimitato dei contenitori stessi. Quello che invece ha introdotto il dl Semplificazioni è un deposito cauzionale. Agevolerà la selezione ed il riciclo dei contenitori sopraindicati, ma non il riutilizzo diretto. Una scelta dettata dalla necessità di rispondere alla direttiva europea sulla plastica monouso, che prevede una raccolta selettiva del 90 per cento degli imballaggi per bevande in plastica entro il 2029.
Il sistema introdotto dal dl Semplificazioni si rifà in sostanza a quello introdotto in Europa per la prima in Svezia nel 1984. Uno dei migliori è invece stato messo in piedi in Lituana nel 2016, recuperando il 70 per cento dei contenitori di bevande nel primo anno e ben il 90 nel secondo. I Paesi europei che hanno introdotto i sistemi di deposito cauzionale dei tre materiali sono Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Islanda, Lituania. In Norvegia e Svezia sono previsti per plastica e metallo. Nei Paesi Bassi per la sola plastica. Tra i principali benefici che derivano dall’adozione di questo sistema ci sono la riduzione dell’inquinamento e della dispersione di imballaggi nell’ambiente e la riduzione dei costi per le autorità locali.
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Un sistema dunque diverso dal vuoto a rendere. Uno dei migliori esempi di questo secondo metodo è la Germania. Molte delle persone che entrano in un supermercato per fare la spesa portano con sé i vuoti che poi conferiscono negli appositi contenitori di raccolta. Al di là dei centesimi (da 8 a 25) di euro che vengono loro conferiti per ogni singolo contenitore depositato, in Germani è diventato un vero e proprio stile di vita. Ciò che ha spinto il Paese verso questa pratica è stata l’introduzione, nel 2006, dell’obbligo di riconoscere la cauzione del del vuoto a rendere in tutti gli esercizi che vendono bevande, e non solo in quelli dove le stesse sono state acquistate.
Le associazioni italiane spingono per reintegrare il vuoto a rendere. L’iniziativa, partita dall’associazione nazionale dei Comuni Virtuosi, ha visto l’adesione di A Sud Onlus, Altroconsumo, Greenpeace, Kyoto Club, Lav, Legambiente, Lipu-Bird Life Italia, Oxfam, Mare Vivo, Pro Natura, Slow Food, Touring Club Italia, Wwf, Zero Waste Italy.
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