Lo ha evidenziato il presidente Falabella nel corso dell’audizione in Commissione Nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione
Dall’assenza di assistenti all’autonomia e alla comunicazione fino alle barriere architettoniche. Nonostante l’aumento degli studenti con disabilità che frequentano le scuole restano ancora molti problemi relativi all’inclusione di questi studenti. Tra i dati evidenziati nei giorni scorsi dall’Istat c’è anche quello relativo agli insegnanti di sostegno. Nel 34 per cento dei casi si tratta di insegnanti che non hanno una specifica formazione, ma selezionati per fa fronte alla carenza di figure specializzate. Altro dato preoccupante riguarda gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Sugli oltre 60mila solo il 4 per cento conosce la lingua italiana dei segni. Il rapporto assistenti-alunni varia molto a livello territoriale, con una forte penalizzazione al sud.
Il tema degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione è stato trattato anche nell’audizione congiunta di Fish e Fand in Commissione Nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione del ministero dell’Istruzione, sulle Linee Pedagogiche per il sistema integrato zerosei. Il presidente di Fish, Vincenzo Falabella, ha chiesto di «emanare urgentemente il Decreto previsto dall’articolo 3 del Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione, concernente appunto i profili dell’assistente all’autonomia e comunicazione, definendone ruoli e relazioni con le altre qualifiche operanti nella realtà scolastica».
Ad oggi i Comuni sono restii ad assegnare le ore di assistenza, facendo riferimento alla sentenza 2925/20 del Tar del Lazio. Questa posizione sta «determinando una vera e propria discriminazione ai danni degli alunni e delle alunne con disabilità fino a 6 anni di età», ha sottolineato Falabella.
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