Il progetto A.C.Q.U.A. (Aree Cittadine ri-Qualificabili da Umane Alleanze) parte dalle parole pronunciate da Papa Francesco ai sindaci dell’Anci
Le periferie «non vanno solo aiutate», ma «devono trasformarsi in laboratori di un’economia e società diverse». A dirlo è stato Papa Francesco nel corso dell’udienza con i sindaci dell’Anci. D’altronde, le aree periferiche di alcune città italiane hanno dimostrato, in questi anni, soprattutto prima della pandemia, di essere in grado di coniugare diverse forme di innovazione che hanno prodotto un impatto concreto sui territori. Come raccontano Simone d’Antonio e Paolo Testa ne Le città sono la soluzione (Donzelli). Nel libro si fa riferimento a diverse esperienze, come quella di Casoria, dove il dialogo tra la pubblica amministrazione, l’associazionismo , l’attivismo sociale hanno ridotto il divario esistente tra centri e periferie nelle cinture metropolitane.
A pochi chilometri dal piccolo centro della provincia nord di Napoli c’è un territorio che combatte con le unghie e con i denti da decenni. Una periferia martoriata sul piano sociale, economico, ambientale. L’area orientale di Napoli, che proprio ieri è stata protagonista con uno scorcio del forte di Vigliena in prima serata su Rai1 ne L’amica geniale. Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio sono l’esempio plastico di cosa significhi resistere. E di come si voglia e possa puntare su una periferia per costruire un distretto innovativo e sostenibile sul territorio.
Come prova a fare il progetto A.C.Q.U.A. (Aree Cittadine ri-Qualificabili da Umane Alleanze). «Bisogna rompere gli argini sulla questione periferie e su cosa rappresentano veramente per la cittadinanza. Il progetto acqua non fa altro che mettere insieme esperienze che non solo sono presenti sul territorio locale ma anche nazionale. Solo con questa logica si possono rompere i vecchi schemi. La periferia che esce fuori dai suoi confini geografici e si porta in un contesto che la estende fino a farla vivere tanto alla città quanto anche a livello nazionale», ha evidenziato il presidente della cooperativa sociale Sepofà, Roberto Malfatti.
Lo stesso Malfatti si è detto d’accordo con quanto dichiarato dal Pontefice nell’incontro con i sindaci dell’Anci. «Le parole del Santo Padre sono sicuramente importanti e rappresentano un punto importante da quale partire». E Napoli est ha da che ripartire. Numerose sono le bellezze. Il mare, l’archeologia industriale, i numerosi esempi di rigenerazione urbana, la stessa storia del quartiere e di chi lo vive da sempre. E da cui vuole partire Acqua, «un progetto che vuole creare finalmente una rete economica, sociale, turistica sul territorio di Napoli est. Mettere sullo stesso piano i commercianti e il turismo, le bellezze e le storie. Acqua è tutto questo», ha concluso Malfatti.
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