Gli spunti emersi dal convegno “Pnrr e legge Delega sulla disabilità: un’opportunità per tutti”, tenutosi ieri presso il Consiglio regionale della Campania
Non c’è una statistica ufficiale sul numero di persone con disabilità in Italia. E di conseguenza neanche nelle regioni. Secondo l’Oms circa il 15 per cento dei cittadini ha una disabilità. Su 6 milioni di abitanti in Campania sono dunque circa 900 mila le persone con disabilità. Un numero importanti di cittadini che necessitano di servizi. Che non sempre vengono corrisposti. O non sempre vengono attivati al meglio. Secondo il governo centrale la legge delega sulle disabilità, in attuazione di una delle riforme previste dalla Missione 5 Inclusione e Coesione del Pnrr, dovrebbe cambiare le cose. Ma non è detto. I fondi arriveranno, ma la destinazione d’uso è stata decisa a Roma. A confermarlo il direttore del Consorzio dei Servizi sociali dell’Ambito A5, Carmine De Blasio, nel corso del convegno “Pnrr e legge Delega sulla disabilità: un’opportunità per tutti“, moderato nel pomeriggio di ieri presso il Consiglio regionale della Campania dal direttore editoriale di dalSociale24 Ciro Oliviero.
Nei prossimo 18 mesi il governo dovrà modificare le disposizioni in materia di disabilità. Il completo esercizio dei diritti civili e sociali delle persone disabili è la principale finalità delle disposizioni del Pnrr legate alla disabilità. Ma per farlo è necessario «mettere mano alla frammentazione dei territori della Regione», ha evidenziato il presidente di Fish Campania, Daniele Romano. «Il Pnrr potrebbe essere un’occasione per riscrivere il sistema di welfare campano ma la nostra preoccupazione è l’incapacità di gestione: purtroppo negli ambiti sociali e nei Comuni, a partire da Napoli fino ai più piccoli, si vive da un lato una desertificazione delle forze in campo e dall’altro lato l’incompetenza in ottica alternativa sia con gli elementi di legge delega nazionale ma anche con l’autonomia, la vita indipendente», ha aggiunto Romano.
La mancanza di una visione, di confronto si è evidenziata nello stesso convegno di ieri pomeriggio. Nonostante si sia tenuto presso il Consiglio regionale della Campania, i consiglieri erano assenti. Hanno preso parte per un saluto istituzionale il presidente della commissione Bilancio Franco Picarone, e la vicepresidente del Consiglio regionale, Valeria Ciarambino. Collegata a distanza l’assessore alle Politiche sociali, Lucia Fortini, che si p detta disponibile a proseguire il confronto con le associazioni di categoria per migliorare la condizione delle persone con disabilità e le loro famiglie. Ma questo esula dal Pnrr. La norma di gestione dei fondi, infatti, ha tagliato fuori le Regioni. Saranno i Comuni e gli ambiti sociali di zona a dover gestire la macchina. E, come evidenziato nel corso del convegno da diversi relatori, non tutti hanno la struttura e le competenze per farlo al meglio.
Diventano dunque fondamentali le interlocuzioni con le associazioni rappresentative delle persone con disabilità e con il privato sociale, rappresentato ieri dal Portavoce del Forum del Terzo Settore della Campania, Giovanpaolo Gaudino. I Comuni possono e devono confrontarsi. E la partecipazione del presidente di Anci Campania, Carlo Marino, va in questa direzione. La Campania ha un bacino di utenza importante. Per questo può diventare un laboratorio da replicare sul piano nazional, come hanno evidenziato nei loro interventi ieri il coordinatore del Cts dell’Osservatorio Disabilità, Giampiero Griffo, il presidente di Fand, Nazario Pagano, il presidente di Fish, Vincenzo Falabella e dal Garante dei diritti delle persone con disabilità della Campania, Paolo Colombo.
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